Proporre una norma, approvarla all’unanimità, senza neanche discuterla di per se è un fatto singolare; quando poi si approfondisce il contenuto della proposta di legge e si nota che essa consentirebbe di attribuire il “vitalizio” a consiglieri regionali rimasti in carica anche per un solo giorno si comprende l’essenza del disgusto; quando poi l’iniziativa si consuma in uno scenario economico e sociale drammatico come quello attuale allora l’azione è sanzionabile anche sul piano etico oltre che politico; quando poi, i consiglieri regionali, che fruiscono di una indennità di 12 mila euro al mese esprimono il loro consenso ignorando, in parte o in modo integrale, le “debolezze” racchiuse nelle norme e le conseguenze politiche che possano scaturire in seguito all’approvazione della proposta di legge, allora è il trionfo dell’ ingenuità oppure del grottesco.
A fare da cornice a questo quadro desolante si aggiunge il ravvedimento manifestato, se pur in modo differenziato, da parte di tutte le componenti politiche presenti in Consiglio.
Il testo come si ricorderà era stato sottoposto alla conferenza dei capigruppo e sottoscritto da tutti. Arrivato in Aula ha ottenuto il consenso unanime dei consiglieri, sia da parte dlla maggioranza che dall’opposizione.
Bene ha fatto, quindi, il Presidente Domenico Tallini a convocare il Consiglio regionale, per giorno 3 giugno, in via straordinaria inserendo all’ordine del giorno un solo punto finalizzato ad abrogare la legge: ” Proposta di legge di iniziativa del Consigliere regionale Tallini, recante: ” Abrogazione della legge regionale, n. 5/2020( Modifiche alla legge regionale 31 maggio, n. 13 (rideterminazione della misura degli assegni vitalizi diretti, indiretti e di reversibilità e adeguamento al d.l. n. 174/2012)”. relatore: Consigliere : Mancuso”.
Il PD avrebbe ammesso l’errore, il gruppo Callipo avrebbe sottovalutato la proposta di legge, FI e Lega avrebbero annunciato il deposito di un’altra proposta di abrogazione. Anche Francesco Pitaro avrebbe depositato una proposta per abrogare la norma. Insomma a quanto sembra la proposta di abrogazione della norma, con i vari distingui, sarà probabilmente un risultato scontato.
Sulla rapidissima approvazione della legge, avvenuta in soli 117 secondi”, peraltro all’unanimità e senza alcuna discussione era intervenuto anche Carlo Tansi, leader del gruppo tesoro Calabria. La scandalosa norma aveva affermato – deve essere cassata non perché lo ordina Salvini, ma perché lo hanno richiesto la valanga dei 20.000 Calabresi che, in poco più di un giorno, hanno sottoscritto la petizione promossa da Carlo Tansi. Callipo ed i Partiti del Centrosinistra, anziché limitarsi ad accettare le “patetiche scuse” dei suoi Consiglieri, farebbero bene a chiederne le DIMISSIONI, SUBITO DOPO LA REVOCA DELLA NORMA.
La seduta anche in questa tornata si svolgerà a porte chiuse.