Riti, usanze e antichi gesti di devozione per onorare i cari scomparsi nelle notti del 31 ottobre e 2 novembre. Anche se la festa di Halloween ha preso il sopravvento, diverse famiglie conservano tradizioni dal sapore antico.
La notte del 31 ottobre e i giorni successivi dedicati a Ognissanti (1 novembre) e alla commemorazione dei defunti (2 novembre) sono ricchi di tradizioni antiche che mescolano elementi religiosi e popolari. Nel comprensorio del Savuto, che include una miriade di piccoli comuni lungo l’omonimo fiume che attraversa la valle, queste celebrazioni seguono usanze profondamente radicate.
1. La “Notte dei Morti” o “Notti di Ognissanti”
La notte tra il 31 ottobre e l’1 novembre è considerata un momento speciale, in cui si credeva che le anime dei defunti tornassero temporaneamente nel mondo dei vivi. In diverse località del Savuto, è usanza preparare una cena simbolica con cibi locali, come pane, vino e ceci, da lasciare sulla tavola per accogliere le anime dei defunti.
2. “Cenere e Fave” e altri cibi per i defunti
In molte zone del Savuto, il primo novembre si preparano fave e ceci bolliti, simbolo di abbondanza e nutrimento. Queste fave, considerate sacre, vengono servite insieme a dolci tipici come le fave dei morti, realizzate con farina, mandorle e spezie. Inoltre, si preparano dolci e frutta secca da offrire in segno di rispetto verso le anime dei defunti.
3. La “Cona” o Altare dei Defunti
In alcuni borghi del Savuto, le famiglie allestiscono un piccolo altare, chiamato cona, in un angolo della casa. Questo altare è decorato con candele, immagini sacre e cibo come simbolo di devozione. I membri della famiglia si riuniscono per pregare e raccontare storie dei defunti, mantenendo viva la memoria e la tradizione.
4. Visite al Cimitero
Il 2 novembre è un giorno dedicato alle visite al cimitero, dove è consuetudine portare fiori e accendere candele sulle tombe. Nei cimiteri del Savuto, si osservano scene di riunione familiare, dove si condividono storie e racconti sui cari scomparsi, creando un momento di riflessione e connessione con il passato.
5. Le “Anime dei Morti”
In molte aree rurali del Savuto, si credeva che le anime dei defunti potessero tornare a far visita ai propri cari durante questi giorni. Le famiglie, pertanto, lasciavano la porta di casa socchiusa o accendevano una candela alla finestra come segno di benvenuto. Questo gesto era considerato un modo per mantenere viva la connessione tra il mondo dei vivi e quello dei defunti.
6. Processioni e Funzioni Religiose
Nei paesi del Savuto, si tengono processioni e cerimonie religiose in onore dei Santi e dei defunti. Le chiese rimangono aperte, permettendo ai fedeli di recitare preghiere e rendere omaggio ai loro cari defunti.
7. L’Offerta del Grano o del Cibo ai Poveri
In diverse comunità del Savuto, era tradizione offrire cibo o farina alle famiglie meno fortunate in memoria dei defunti. Questo gesto di carità simboleggiava la solidarietà e la generosità della comunità, creando un legame con i valori di rispetto e condivisione che caratterizzano la cultura calabrese.
8. Feste e Momenti di Convivialità
Sebbene i giorni di Ognissanti e dei Defunti siano dedicati alla commemorazione, in molte famiglie si organizzavano anche momenti di convivialità. In tutti i borghi della zona del Savuto, dopo la visita ai cimiteri, era consuetudine ritrovarsi per condividere un pasto e ricordare insieme i propri cari, unendo la celebrazione della vita alla memoria dei defunti.
Di queste tradizioni, alcune assorbite dal tempo, altre vengono riproposte, dimostrando l’importanza di mantenere il legame con gli antenati e di onorare i defunti in modo rispettoso, preservando una continuità tra passato e presente. Anche se la festa di Halloween ha iniziato a diffondersi come celebrazione moderna, molte famiglie calabresi continuano a osservare le proprie tradizioni ancestrali durante queste giornate di commemorazione.