Il movimento tellurico è stato rilevato alle 05:24 con epicentro a 2 km a sud del comune situato nella provincia di Cosenza.
Nelle prime ore di oggi, mercoledì 5 febbraio 2025, una leggera scossa di terremoto ha interessato la provincia di Cosenza. Il sisma, di magnitudo ML 2.6, è stato rilevato alle 05:24 (ora italiana), con epicentro situato 2 km a sud di Rogliano (CS). Il terremoto si è verificato a una profondità di 10 km, con coordinate geografiche 39.1670 di latitudine e 16.3320 di longitudine. Non si registrano danni a edifici o infrastrutture né persone ferite. Il fenomeno, di lieve intensità, rientra tra gli eventi sismici che occasionalmente interessano la Calabria senza provocare conseguenze rilevanti. Le autorità locali e la Protezione Civile continuano a monitorare l’attività sismica nella zona.

Un anniversario storico: il devastante terremoto del 1783
Proprio il 5 febbraio, ma del 1783, la Calabria meridionale fu colpita da un terremoto catastrofico, con una magnitudo stimata tra 6.7 e 7.1 e epicentro tra Oppido Mamertina e Delianuova. Quella scossa segnò l’inizio di una delle sequenze sismiche più distruttive della storia italiana, durata oltre tre anni e con effetti devastanti anche in Sicilia.
L’evento principale rase al suolo interi centri abitati, causando circa 30mila vittime e lasciando decine di migliaia di persone senza casa. La violenza della scossa provocò frane e profondi cambiamenti del territorio, tra cui la formazione del “Lago di Tremoli” nei pressi di Polistena, nato dallo sbarramento di un fiume a causa dei crolli.
Il giorno successivo, il 6 febbraio 1783, una nuova potente scossa di magnitudo 6.1 colpì Messina, innescando un maremoto con onde alte fino a 6 metri che devastò le coste dello Stretto. Nei mesi seguenti, la terra continuò a tremare: tra il 7 febbraio e il 28 marzo si verificarono altre tre scosse di magnitudo superiore a 6, provocando ulteriori distruzioni e vittime.
Uno degli eventi più drammatici avvenne il 28 marzo 1783, quando un secondo tsunami colpì la costa tra Scilla e Bagnara. A Scilla, centinaia di persone, fuggite dalle case per paura delle scosse, si erano accampate sulla spiaggia. La violenta onda anomala travolse il litorale, causando la morte di oltre 1.500 persone.
Oltre alla devastazione, il terremoto del 1783 rappresentò una tappa fondamentale per la nascente sismologia. Il governo borbonico incaricò studiosi e ingegneri di documentare gli effetti del sisma, redigendo una delle prime relazioni scientifiche sui terremoti in Italia. Questo evento portò anche a una nuova fase di ricostruzione urbanistica, con la progettazione di edifici più resistenti, segnando un primo tentativo di applicare criteri antisismici nelle costruzioni.
Ancora oggi, questo terremoto è ricordato come uno dei più distruttivi mai avvenuti nella penisola italiana, testimoniando la fragilità e la complessità dell’area sismica tra Calabria e Sicilia.
