Il crollo della passione politica e sociale agevola la diffusione degli spazi in cui coltivare interessi personali e di gruppi a scapito dell’interesse collettivo. L’apatia delle comunità, in sintesi, non favorisce la diffusione della democrazia e l’affermazione della partecipazione alla vita politica delle istituzioni.
In un mondo sempre più connesso, in cui le informazioni viaggiano a una velocità incredibile e le notizie si diffondono in un batter d’occhio, ci si aspetterebbe che le comunità locali si uniscano, si indignino e agiscano di fronte a problemi rilevanti che riguardano la gestione della cosa pubblica. Tuttavia, sovente ci troviamo di fronte a comunità che sembrano essere sorde e cieche di fronte a annosi problemi, quasi come se si fosse adagiata nella propria apatia.
Le cause di questo allontanamento dalle istituzioni locali possono essere molteplici e complesse. Tra queste ci sono la disillusione e la sfiducia nelle istituzioni, la saturazione mediatica che porta alla disattenzione e alla mancanza di reazione, l’assenza di una connessione personale diretta con i problemi che affliggono altre comunità e non per ultimo, le scelte attuate dalle amministrazioni locali di gestire la cosa pubblica come un fatto privato, dove l’istituto della trasparenza non viene spesso rispettato, dove la comunicazione pubblica non viene onorata e l’informazione passa attraverso i comunicati stampa pilotati e manipolati, ostacolando le dirette fb e le riprese degli organismi istituzionali preposti al controllo e a fornire indirizzi.
L’apatia di una comunità ha conseguenze significative. Innanzitutto, rallenta o addirittura impedisce qualsiasi progresso nella risoluzione dei problemi. Senza un’azione collettiva e senza la volontà di affrontare le sfide, si perpetuano lo status quo e le ingiustizie presenti nella società. Inoltre, l’apatia può portare alla marginalizzazione delle voci di coloro che cercano di sensibilizzare sulla questione e di mobilitare gli altri. Si crea così un circolo vizioso in cui la mancanza di reazione alimenta ulteriormente l’apatia stessa, alimenta la diffusa mentalità del “quieto vivere”, di non assumere posizioni e adagiarsi sull’esistente.
Fatta questa premessa, quali potrebbero essere le soluzioni per abbattere l’apatia e la rassegnazione di una comunità? La soluzione o il tentativo di rimuovere gli ostacoli che inducono la stragrande maggioranza dei cittadini a disinteressarsi dei problemi dell’ente locale richiede un approccio multifattoriale, attuando in primo luogo, il coinvolgimento attivo dei membri di una comunità in progetti e iniziative che riguardano i problemi identificati. Le istituzioni locali e gli amministratori devono promuovere e sostenere la trasparenza e il coinvolgimento della comunità nelle decisioni e nelle azioni che riguardano il vivere in paese. E’ necessario investire nell’educazione alla cittadinanza attiva per aiutare a sviluppare una consapevolezza critica e un senso di impegno sociale tra i membri della comunità. E’ importante, inoltre, utilizzare i mezzi di comunicazione e le piattaforme digitali: I mezzi di comunicazione e le piattaforme digitali possono essere strumenti potenti per informare, mobilitare e coinvolgere la comunità. In conclusione, l’apatia di una comunità di fronte ai problemi rilevanti è una sfida complessa, ma non insormontabile. Affrontare l’apatia richiede impegno sociale, passione e servizio costante. Solo attraverso un dialogo aperto, una maggiore trasparenza, un coinvolgimento attivo e un’educazione alla cittadinanza attiva sarà possibile invertire l’apatia, la rassegnazione e lavorare verso soluzioni sostenibili ai problemi che affliggono le comunità locali. L’apatia silenziosa: le comunità che non reagiscono di fronte ai gravi problemi agevolano il malaffare; l’indifferenza ostacola la creatività e lo sviluppo e rende opaco anche il futuro delle nuove generazioni.
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