Prendendo in prestito il detto paesano, potremmo dire che il gruppo consiliare “Arcobaleno”, accecato dal livore politico, sopraffatto dal delirio del potere, vedrebbe, come si suol dire in gergo paesano “ C…per lampioni”, attaccando la testata giornalistica, accusata di aver pubblicato articoli “ laddove- è scritto- si giunge a definire la comunicazione di una notizia vera e documentata , come farlocca”.
Il comunicato, giunto in redazione per vie diverse, infarcito di mazzi, cazzi e ramazzi, sempre rimanendo in tema di detti paesani, contiene un attacco inaudito e ingiustificato in quanto non esiste articolo pubblicato dalla testata giornalistica in cui il cronista abbia usato la parola “farlocca”.
Non esiste ombra e il comunicato di cui parla il comunicato stampa del gruppo di maggioranza “Arcobaleno” risulta pubblicato semplicemente nella pagina face book dell’opposizione consiliare Comune in Comune”.
Questo per dovere di cronaca, di trasparenza e di chiarezza.
Ricordiamo, innanzitutto, che le persone che si sentono calunniate attraverso un articolo, possono richiedere, al direttore responsabile della testata, nel rispetto della legge sulla stampa, eventuali rettifiche o farsi assistere da un legale per chiedere giustizia nelle sedi opportune.
Detto ciò veniamo al fatto che giustifica le nostre piccanti considerazioni sopra riportate.
Con nota pervenuta nella redazione, per vie indirette, resa pubblica attraverso la rete, il gruppo consiliare di maggioranza del Comune di S. Stefano di Rogliano, contesta all’opposizione consiliare “ Comune in Comune” di fare “solo demagogia” su una vicenda di cui è stata interessata l’Anticorruzione Nazionale, conclusasi – ricorda e conferma la stessa maggioranza consiliare – con una serie di obiezioni e contestazioni contenute nell’atto notificato alla Sindaca e oggetto di aspre polemiche tra le parti ( Anac – Autorità nazionale Anticorruzione- Fascicolo UVCS 1304/2020). Nel comunicato pervenuto in redazione, il gruppo arcobaleno bolla come “pretestuose”, le accuse rivolte dall’opposizione all’operato della giunta, fornendo una versione dei fatti oltremodo non eccessivamente diversa da come riferita dall’opposizione.
Nel comunicato si ostenta un linguaggio paragiuridico che alla luce degli atti non sembra abbia sortito effetti positivi visto e considerato che la richiesta di archiviazione, avanzata dalla Sindaca all’Anac, relativamente alle contestazioni mosse con la definizione del procedimento UVCS 1304/2020, è stato clamorosamente respinto, rigettato senza mezzi termini, provocando imbarazzo tra le anime più sensibili. Le motivazioni del rigetto sono chiare e non si prestano ad interpretazioni. Il Comune, a parere dell’Anac, non avrebbe fornito nessun elemento giuridico valido che – scrive sempre l’Anticorruzione- possa condurre ad una eventuale rivisitazione di quanto già contestato..”. Punto.
Il gruppo consiliare “Arcobaleno”, nella sua specifica performance dottrinale, inserisce, poi, altro elemento di valutazione, esibendo anche in questa circostanza presunte competenze di natura psicologica, fissate nella seguente locuzione “ Si intuisce che chi scrive e partorisce simili castronerie appare chiaramente in sofferenza…”, richiamando aspetti circoscritti a crisi di “ identità”. Non viene specificata se questa crisi di “identità” appartenga alla sfera sessuale, sociale, affettiva, di genere o politica. E’ un’omissione che giustifichiamo per l’ignoranza psicologica dimostrata. Stiano tranquilli e sereni i consiglieri, comunque, del gruppo “Arcobaleno”, non imitino i cosiddetti strizzacervelli, non esibiscano inedite competenze che non posseggono. Svolgano, invece, il loro ruolo rispettando la libertà di stampa, la trasparenza e la legalità e soprattutto prima di fare delle affermazioni senza senso, prive di qualsiasi fondamento, vadano a leggere le notizie riportate nel nostro giornale. Possibilmente evitando di posizionare la mascherina davanti agli occhi per paura di conoscere verità inconfutabili che possono provocare profonde sofferenze emotive. Il gruppo “Arcobaleno” , per sua natura, sembra avere difficoltà serie nel fornire gesti che vadano in direzione della promozione e della difesa della libertà di informazione e della democrazia. La Sindaca Lucia Nicoletti che non disdegna apparire in video per fare monologhi, si guarda bene dal farsi invece riprendere dall’obiettivo durante le sedute del civico consesso. Perchè l’obiettivo posizionato nella sala del consiglio viene duramente avversato? Ai lettori, liberi pensatori, lasciamo la risposta. Chi ama la libertà di informazione, la trasparenza e la democrazia non avversa le innocue telecamere in consiglio.
Anzi agevola e promuove il suo utilizzo perchè l’obiettivo non inganna, propone il fatto senza essere sottoposto a manipolazione, a differenze delle “veline” preparate, pensate e costruite per interessi di parte. A volte, come nella fattispecie, perdono perfino il sapore del comunicato stampa per essere accumulate a memorie difensive che servono nei tribunali più che nella la politica amministrativa, fatta di confronti, di scontri, di controlli e a volte anche di abbagli come testimonia la circostanza ripresa in questa sede e di cui l’Arcobaleno si è reso incosciente protagonista.