“Calati juncu ca passa la china” ovvero “abbassati giunco che passa la piena” . Facciamo ricorso a questo saggio proverbio per aprire una comparazione politica con l’attuale percorso intrapreso dall’ex Presidente del consiglio dei ministri, Matteo Renzi in seguito alla sconfitta referendaria. “Aspetta che passi questo periodo che il Tuo momento si ripresenterà di nuovo ” avrà pensato il lungimirante giovane quarantenne Matteo, inventore della rottamazione, simpaticamente annunciata ma rimasta incompiuta. Tornerà Renzi? Per adesso ha preferito lasciare la poltrona da primo Ministro abbandonando il governo in mani amiche. La sua uscita dal governo non significa affatto uscita dalla politica. Rimarrà alla guida del PD nazionale occupando il tempo non certamente con la contemplazione, ma alla riorganizzazione delle sue idee e delle sue truppe per arrivare sia al Congresso nazionale che alle elezioni politiche in piena forma, pronto a conquistare e legittimare la sua presenza nel parlamento nazionale con l’investitura di parlamentare, con il consenso del popolo sovrano. Essere arrivato a Presidente del Consiglio bypassando l’investitura di deputato o senatore della Repubblica è stato il vero tallone d’achille, un punto debole su cui hanno fatto leva gli oppositori storici ma anche quelli interni ed esterni alla sinistra. Con l’investitura di parlamentare cadrà questa pregiudiziale e Matteo Renzi potrà riprendersi una rivincita sul piano politico ma anche umano. Un “animale politico” ( definizione aristotelica) come Lui non è votato certamente alla solitudine, ma alla costruzione di fatti politici. Quale sarà il “fatto politico che riserverà ai propri avversari interni ed esterni il giovane Matteo? Intanto ha annunciato che non lascerà l’incarico di segretario del PD : questo significa che sarà chiamato a curare le faccende dell’alloggio PD oltre a quelle della propria casa alla quale- coerentemente con quanto sostenuto durante la campagna elettorale in caso di sconfitta- sarebbe ritornato. “Calati juncu ca passa la china”. E dopo che è passata la “China” ? La sensazione è che il processo di rottamazione messo in atto dal PD lasci sul campo diverse vittime, compreso qualche rottamatore che non sarà stato in grado di dotarsi di un nuovo mezzo di trasporto. In molti saliranno su altri mezzi di locomozione più avanzati, anche se oggi sono fortemente avversati da chi vorrebbe conservare privilegi e interessi non più sostenibili nei confronti di una società arrabbiata e delusa che rivendica lavoro, giustizia ed equità. Virtù che sembrano svanite, non dai programmi, ma nei gesti concreti dell’agire quotidiano delle tradizionali forze politiche.