A Cosenza i Sindacati all’uscio ed i politici dentro. La Gilda provinciale non ci sta, denuncia pubblicamente questo stile comportamentale e polemizza fortemente con la dirigenza dell’ATP che “accoglie i politici e limita l’entrata dei rappresentanti sindacali all’interno degli uffici siti in Corso Bernardino Telesio, n. 17. “ Un’assurdità inaudita che mortifica il ruolo democratico del Sindacato, chiamato istituzionalmente a svolgere una funzione di controllo, di verifica e di proposte in merito alla composizione delle cattedre, alle utilizzazioni, assegnazioni, incarichi e cosi via. La politica svolga il suo ruolo, sappia interpretare e fornire risposte alle impellenti esigenze del mondo della scuola ed i rappresentanti delle istituzioni rispettino soprattutto il ruolo di ogni organizzazione sindacale. I disagi che in questo particolare momento storico attraversa la rete scolastica regionale e provinciale vanno addossati proprio alla politica centralista attuata in questi ultimi anni ed in modo particolare alla legge 107/15 che ha introdotto l’organico potenziato e altre norme che hanno reso dannose le operazioni legate agli aggiornamenti delle graduatorie, alle assegnazioni interprovinciali su posto di sostegno della scuola primaria della provincia, dilatando L’AMBITO DEI CONTENZIOSI E DELLE VERTENZE.
Di fronte a questo stato confusionale aggravato dalla carenza di personale qualificato, dalla improvvisata e precaria organizzazione del lavoro, dalla carenza di informazione pubblica, l’organizzazione Sindacale della Gilda, guidata a livello provinciale dalla professoressa, Vanda Salerno, denuncia il forte disagio ed il malessere emotivo presente all’interno della classe docente cosentina, appartenente ad ogni ordine di scuola, rilevando le difficoltà che vengono frapposte dai vertici della scuola nei confronti della Gilda provinciale che nella sua libertà sta conducendo una tenace linea in difesa dei diritti degli operatori scolastici.
La Gilda è il sindacato che da sempre ha osteggiato le norme contenute dalla legge 107, avversando le proposte contenute nelle norme contrattuali nazionali e dei provvedimenti capestri avallati a livello centrale, norme e indirizzi che hanno consentito trasferimenti selvaggi del personale docente dal Sud al Nord del Paese, frantumando famiglie, avvilendo professionalità diffondendo e incentivando il dramma dello stress correlato alla funzione docente.
Ai disastri determinati dalle continue e giornaliere enunciazioni ministeriali, si aggiungono deprimenti metodologie e gesti che ostacolano la trasparenza e la comunicazione pubblica. Si spalanchino pure le porte ai politici di turno, ma non si serrino le stesse porte ai Sindacati liberi che con coraggio e determinatezza vogliono cambiare e abbattere antiche metodologie che tanto male hanno fatto al sistema scolastico cosentino.