Piano Lago è un territorio sul quale ricadono diverse competenze comunali: Mangone, Figline, Cellara, S. Stefano di Rogliano, Paterno Calabro… La sua vocazione storica e culturale supera i confini del singolo municipio e ingloba lo spirito del dibattito politico istituzionale relativo all’istituzione del Comune Unico. Piano Lago per certi aspetti è già territorio “Comune” per le popolazioni residenti nei Comuni limitrofi, per cui gli enti locali interessati alle singoli porzioni territoriali non dovrebbero far altro che prendere atto della realtà esistente ed avviare le procedure amministrative per costituire un ente locale unico in cui convergere risorse, idee e progetti e incentivare lo sviluppo dell’intera zona del Savuto. Piano Lago non è solo un “agglomerato” di piccole e medie industrie. E’ altro. E’ una identità propria, che si porta dietro una modernità tale da essere considerata anche polo commerciale e di servizi per la presenza di attività economiche avanzate e di settori d’avanguardia che attraggono nuove utenze e nuovi investimenti.
La realtà sociale ed economica ha subito dei veri e propri mutamenti, in virtù delle scelte effettuate negli anni settanta e successivi, grazie proprio alle scelte urbanistiche e commerciali effettuate da alcuni Comuni aventi competenze territoriali su Piano Lago. Le istituzioni hanno il dovere di prendere atto della realtà e agire di conseguenza, istituendo il tanto auspicato Comune Unico.
Fino agli anni settanta, infatti, la zona conservava una sua peculiare caratteristica ecologica, fondata prevalentemente sul settore agricolo. Le coltivazioni dominanti erano cereali, dai quali le maestranze ricavavano ottime farine. Il clima di Piano Lago e della sua zona è determinato dall’incontro di correnti d’aria umida di provenienza africana e mediterranea e di aria fredda che dai Balcani scende continuamente verso la Sila.Tutto ciò genera una fascia di umidità di qualche importanza.
Sul terreno agricolo, ricco di humus e di umidità, affioravano alberi da frutto e diverse piante di gelsi, a testimonianza di come nell’economia locale sia stato rilevante l’allevamento del baco da seta. Le foglie del gelso servivano a nutrire le larve del baco, mentre i suoi frutti costituivano un alimento di benessere e di sostentamento per la popolazione residente. Il fenomeno di antropizzazione si rileva negli anni successivi, quando il territorio viene individuato, dalle istituzioni locali, come territorio su cui realizzare un agglomerato industriale a sud di Cosenza, affidando ad un Consorzio denominato ASI il compito di gestire l’iter amministrativo. In nome dello sviluppo e dell’occupazione furono “espropriati” ai piccoli proprietari di terreni le aree interessate al perimetro industriale e successivamente riassegnate agli imprenditori che desideravano investire risorse e progetti in questa zona a Sud di Cosenza.
Piano Lago, territorio posto a Sud della città Bruzia, negli anni settanta, fu al centro del dibattito istituzionale anche per ospitare l’Università degli Studi della Calabria, idea sostenuta dalla comunità ma che non riuscì, purtroppo, ad affermarsi nelle scelte individuate, che finirono di privilegiare la città di Rende e quindi la zona a Nord di Cosenza.
L’ istituzione dell’agglomerato industriale di Piano Lago rappresenta, in quel periodo, un avvenimento di portata storica. Si parla di insediamenti di piccoli, medi e grandi opifici che avrebbero dovuto assorbire dal mercato del lavoro un’alta percentuale di operai, rispondendo alla domanda di lavoro che nella zona era ed è ancora molto alta. In quel periodo, comunque, non mancano le proteste da parte dei piccoli proprietari terrieri, che inscenarono manifestazioni contro i provvedimenti di espropri dei loro piccoli beni, acquisiti sovente con i risparmi ed i frutti dell’emigrazione.
L’idea dell’industrializzazione prese il sopravvento e Piano Lago inizia il suo vero processo di antropizzazione e di sviluppo industriale e commerciale agevolato dalla presenza dell’autostrada, dalla vicinanza dell’aeroporto di Lamezia Terme e dalla città Bruzia e dall’altopiano Silano. Oggi la zona industriale ospita diverse piccole e medie industrie manifatturiere, agroalimentare e altri servizi, garantendo a centinaia di famiglie occupazione e benessere. Sul restante territorio, non compreso nel perimetro dell’area industriale, sorgono una miriade di attività e servizi che richiedono sempre maggiore attenzione da parte dell’ente locale, chiamato ad abbattere i costi dei servizi pubblici, renderli sempre più efficienti ed efficaci nell’ambito di un sistema sempre più integrato e complesso.
Perdere ulteriore tempo, intorno alla discussione sull’utilità del Comune Unico, significa recare solo un danno all’intero territorio di Piano Lago e ai Comuni che attorno ad esso ruotano. La politica non stia a guardare e contemplare l’esistente e dimostri che il suo ritmo sia allineato con i tempi moderni e avanzati.