La pandemia è una minaccia per la salute del singolo, della collettività e quindi come tale non può che suscitare l’emozione della paura. Di fronte al pericolo che le scene mediatiche ci propongono e ci fanno rivivere, la nostra mente ha attivato il sistema di allarme adattivo, in modo involontario e rapido.
La paura, insomma, convive in ciascuno di Noi da quasi due mesi, ci allerta costantemente, attivando meccanismi difensivi e comportamentali per contenere e contrastare la diffusione del Covid-19 e le sofferenze che ne conseguono.
Importante è non trasformare la paura in patologia, provocando danni a se stessi e agli altri assumendo comportamenti disadatti, impedendoci , ad esempio, di uscire definitivamente da casa.
Certamente stiamo vivendo un periodo di disagio in cui al malessere legato ad un fatto biologico, dovuto proprio alla diffusione globale del virus, si aggiunge il disagio anche di natura economica legato alla inattività dei settori produttivi che reggono il mercato interno ed esterno al paese. La psiche, insomma, è messa a dura prova per questi fattori, aggravata ancor di più dall’immobilità, dallo stare in casa, dalla martellante comunicazione che proviene dalla televisione, dai media e dalle istituzioni pubbliche.
L’acerbo passaggio che si è verificato dalla società del Movimento, della fretta, del fare, dall’assembramento delle Piazze e degli studi televisivi, ha provocato una rottura di uno stile sociale che ha messo ancor di più l’individuo a vivere una situazione di crisi interiore, di forte stress emotivo che avrà conseguenze sul futuro agire sociale, sui modelli di sviluppo economico e produttivo, sull’organizzazione del lavoro, in una parola sul modo di stare e vivere in questo “Villaggio globale”.
Le società cambiano, sono in continuo movimento e non esiste una società nuova che non sia legata alla precedente. E di conseguenza la nuova si porterà dietro aspetti che per sua natura non possono essere annientati perché fanno parte di un DNA al quale è impossibile rinunciare.
Cosa cambierà, quali saranno quindi le novità che possano essere innestate sul nuovo modello di vita sociale ed economica che si andrà ad affermare?A questa domanda tentano di fornire una risposta le varie discipline interessate a studiare i fenomeni, i processi che interessano la vita complessiva dell’uomo e dei gruppi, cercando di fornire delle proiezioni utili a comprendere dove si dirige la società.
In presenza di una policrisi inaspettata o quanto meno non percepita nella sua dimensione catastrofica, che ha interessato e interessa i principali aspetti dell’interagire umano, politico ed economico, sarà compito arduo per tutti gli specialisti delle varie discipline comprendere le evoluzioni che si andranno a verificare.
E’ arduo comprendere come si evolverà la società , perché nelle evoluzioni in generale è sempre presente l’ignoto e l’inaspettato, elementi questi che andranno ad incidere sul futuro modello socio-economico e comportamentale. A volte è sufficiente una stagione, un fatto sociale e biologico, per cambiare e trasformare il destino di un Paese e del mondo. La storia insegna che il “caso” modifica gli avvenimenti per cui tracciare, se pur timidi quadri su come sarà la futura società che ci attende dopo la Pandemia, è problematico e non facile per delinearne i tratti più salienti.
Adesso è importante uscire dall’angoscia in cui versa il sistema Paese e per farlo è necessario agire sulle energie collettive avendo contezza che ad ogni effetto corrisponde una causa.
Se oggi la società vive una policrisi questa è dettata dalla presenza del Covid-19 ma anche da un modello di vita sociale, produttiva che non ha retto e non reggerà in futuro se non saranno modificati i comportamenti collettivi. L’uomo moderno, ha bistrattato la natura, violentato luoghi, habitat, ecosistemi sull’altare del dio danaro, incentrando tutto sul mercato e sul consumismo, dimenticando che prima dell’economia, prima della politica esiste Lui che deve ritornare ad essere al centro del sistema globale dal quale dovrà trarre vantaggi scientifici e culturali da mettere al servizio di se stesso.
La Pandemia passerà come sono passate tutte le altre; passerà anche la paura, destinata a lasciare ferite profonde nelle menti di una generazione, a lasciare anche patologie visibili e non visibili al pari delle minacce che ci provengono da un mondo impercettibile ma reale, nascosto, con il quale l’intelligenza dell’uomo dovrà sempre e comunque lottare per difendere la sua incolumità, sacrificando stili di vita e modelli che si trasformano al pari dei microrganismi che convivono con Noi da quando è nato il mondo ( Franco Garofalo- sociologo).