Ogni ricorrenza religiosa si porta dietro le proprie tradizioni gastronomiche, le proprie consuetudini ma soprattutto sprona le persone a stare insieme, a vivere con spensieratezza e sana allegria. Le festività natalizie nel Savuto, vengono vissute integrando la vita spirituale con alimentazione, folklore, suoni, colori e calore.
Lo stare insieme ( nel rispetto del vecchio detto: Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi) anche a tavola continua a giocare un ruolo importante durante questo periodo, anche se sono ridotte di molto le abbondanti fritture di cibo che precedevano il Natale. Oggi si ricorre sempre meno al metodo della frittura degli alimenti, mentre si amplia la platea delle famiglie che ricorre a diete salutari, suggerite dalle nuove conoscenze scaturite dalla ricerca e dagli studi scientifici. Ma cosa comparirà sulla tavola delle famiglie del Savuto in queste festività natalizie? Alla vigilia di Natale non si consuma carne, è di magro, quindi la tradizione porta a tavola pietanze a base di pesce. Un’antichissima memoria detta che per la cena del 24 dicembre si prepari la pasta con acciughe e mollica di pane tostata. Un piatto povero, un gusto antico, dal sapore genuino nato all’interno delle famiglie povere che non potevano permettersi sfarzi e lussi. Un senso di sacro attraversa i commensali ed i sapori antichi si trasportano nell’ambito della famiglia. Molte le famiglie che rispettano ancora la tradizione secondo cui a tavola non debbano mancare tredici pietanze. La tavola, alla vigilia di Natale, si suol lasciare apparecchiata con le pietanze ancora nei piatti da offrire “allu bomminillu” (il Bambino Gesù).
Tra i dolci tipici, rigorosamente realizzati in casa secondo i canoni delle tradizioni che si perdono nei secoli, prevalgono quelli conditi con il miele. Si individuano le scalille, in cui si riproduce una piccola scaletta, l’ascesa di Gesù in cielo. E poi i Turdilli, le chinulille e la pizza mpigliata abbelliscono la tavola e fanno felice il palato. E mentre l’aria trasporta all’esterno i peculiari aromi ed profumi dei dolci , tra vicoli dei centri storici dei paesi del Savuto si possono ancora incontrare gruppi di persone che cantano la strenna, composta da versi in rima dialettale di inconsueta bellezza. Il canto degli “strinari” (frasi di auguri in versi dialettali, di buona salute, felicità e ricchezza) è accompagnato dalla chitarra, dalla fisarmonica e dai tamburelli. Le frasi contengono manifestazioni di auguri in versi dialettali locali di buona salute, felicità e ricchezze rivolti ai componenti della famiglia. Nelle piazze principali dei paesi del Savuto è tradizione fare il “Fuoco di Natale”, gigantesco falò che si accende verso la mezzanotte del 24 dicembre, alimentato continuamente dalla legna recuperata nei giorni precedenti dai giovani del luogo. I fedeli di consueto all’uscita della Messa, si riuniscono attorno al fuoco che rappresenta il simbolo della purificazione dal peccato originale, un’immagine per annientare tutto ciò che di negativo è stato prodotto nell’anno precedente.