Le opposizioni di Paterno Calabro e di Santo Stefano di Rogliano reclamano chiarezza sulla somministrazione delle dosi residue a fine giornata.
I gruppi consiliari di minoranza dei comuni di Paterno Calabro e di Santo Stefano, riuniti in modalità on line, denunciano il silenzio messo in atto dalle due amministrazioni locali di fronte alle criticità rilevate, alle “presunte irregolarità rimarcate”, peraltro, attraverso l’interrogazione e l’istanza acquisite ai rispettivi protocolli digitali dell’ente locale a tutt’oggi rimaste prive di riscontro.
Le opposizioni contestano il silenzio che contraddistingue le amministrazioni locali in una materia che interessa la salute di tutti i cittadini: l’ostinato mutismo che si sta registrando di fronte ai quesiti posti, impedirebbe – secondo quanto sostenuto ai due gruppi d’opposizione- il rispetto dei diritti di conoscenza rivendicato dalle comunità sulla specifica e delicata materia; contrasterebbe con principi di trasparenza e di imparzialità e , infine, contraddirebbe gli enunciati espressi nella comunicazione pubblica. Le due delegazioni, guidate dai rispettivi capigruppo consiliari d’opposizione, Ida Paola Cerenzia per il Comune di Santo Stefano di Rogliano e Riccardo Caputo per il Comune di Paterno Calabro denunciano le disfunzioni, i ritardi e le presunte irregolarità che si sarebbero registrate in ordine alla somministrazione dei vaccini anticovid in esubero .
“Che fine hanno fatto i vaccini in esubero? Come sono stati gestiti e chi ne avrebbe beneficiato? Sono alcuni dei quesiti posti nell’interrogazione urgente , con risposta scritta, avanzata dai consiglieri comunali di ” Comune in Comune” di Santo Stefano di Rogliano (CS) alla sindaca Lucia Nicoletti.
Sullo stesso tenore ruota la richiesta che il gruppo consiliare di minoranza di Paterno Calabro ha fatto pervenire, da quasi un mese, al primo cittadino di Paterno Calabro, Lucia Papaianni. Il gruppo consiliare si chiede se risulta a verità che gran parte dell’amministrazione comunale abbia fruito dei vaccini quando ci sono ancora soggetti a rischio che ancora attendono di ricevere le dosi a domicilio.