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La Giornata Mondiale del Cervello

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Un Appello per la Salute del Cervello e le Nuove Scoperte Scientifiche

Il 22 luglio 2024 si celebra la Giornata Mondiale del Cervello, un’occasione per sensibilizzare la popolazione sull’importanza della salute cerebrale e ridurre il divario di conoscenze. Il World Brain Day (Giornata Mondiale del Cervello), istituito e promosso dalla World Federation of Neurology, nasce con l’intento di sensibilizzare e rendere i cittadini più consapevoli sulle patologie neurologiche e neurodegenerative. Negli ultimi anni le sindromi parkinsoniane e le demenze, a causa dell’innalzamento dell’età media della popolazione e del conseguente declino cognitivo, hanno incrementato i numeri dei loro casi, determinando una sfida importantissima a livello mondiale.

Contrastare il declino cognitivo significa combattere il pericoloso invecchiamento dei neuroni che può portare alle sopracitate patologie neurodegenerative.

Il cervello, oggetto di celebrazione, è ciò che ci rende unici. Nonostante i progressi nella ricerca, molti misteri rimangono. Ad esempio, durante il sonno, il cervello non solo consolida i ricordi ma cerca anche di anticipare il futuro. Uno studio della Rice University e dell’Università del Michigan ha dimostrato che nel sonno il cervello elabora soluzioni a problemi che sembravano irrisolvibili.

Un altro aspetto importante è lo stress, che ha effetti negativi sulla memoria e sull’attività cognitiva, come rivelato da una ricerca del Karolinska Institutet. D’altra parte, attività stimolanti mentalmente possono migliorare la cognizione nei pazienti con problemi di memoria, ma lo stress può vanificare questi benefici.

La memoria umana è fondamentale per apprendere e aggiornare le conoscenze. Gli esseri umani apprendono meglio dalle persone con cui hanno affinità, secondo uno studio dell’Università di Lund. Questo processo, chiamato “integrazione della memoria,” permette di collegare esperienze e trarre nuove conclusioni senza esperienza diretta.

Vi è da aggiungere ancora che la demenza,  condizione comune legata a malattie neurodegenerative, vascolari e traumatiche, colpisce soprattutto la popolazione anziana. Con l’invecchiamento della popolazione, questo problema è diventato sempre più rilevante

Inquinamento atmosferico e sviluppo cognitivo

In occasione del World Brain Day, la Società Italiana di Neurologia ha evidenziato la relazione tra inquinamento atmosferico e sviluppo cognitivo, basandosi su uno studio della Wayne State University e del Cincinnati Children’s Hospital. Questo studio ha evidenziato come  l’esposizione agli inquinanti atmosferici come il PM 2,5 provochi alterazioni nelle connessioni cerebrali dei giovani, con conseguenti disturbi dell’attenzione e problemi mentali. L’inquinamento, presente anche nel cibo e nell’acqua, rappresenta un rischio significativo per la salute cerebrale, come sottolineato dalla Società Italiana di Neurologia.

Un’altra scoperta riguarda i “super-anziani,” individui che mantengono una memoria eccellente oltre gli 80 anni. Secondo uno studio della Northwestern University, questi individui possiedono neuroni più grandi e sani nella zona del cervello che controlla la memoria, privi dei grovigli di proteina tau tipici dell’invecchiamento e dell’Alzheimer. Questo potrebbe spiegare la loro integrità cognitiva.

Infine, un nuovo studio sui topi dell’Università di Washington a St Louis ha rivelato che il giusto ritmo delle onde cerebrali durante il sonno aiuta a eliminare le scorie cerebrali, potenzialmente prevenendo disturbi del sonno e malattie neurologiche come l’Alzheimer.