La Calabria e il sud d’Italia non sono stati solo dimenticati, ma principalmente depredati da una classe politica che ha divorato e sperperato le migliori risorse pubbliche provenienti da vari provvedimenti normativi . E le espressioni della società civile possono definirsi indenni da responsabilità ? Certamente No! Hanno anch’esse delle responsabilità. A volte si sono rese complici, a volte hanno preferito girare la testa di fronte al malaffare, altre volte hanno incentivato mentalità mafiose e implementato forme affaristiche e clientelari a scapito della meritocrazia e della cultura.
La Calabria e il Sud posseggono ricchezze naturali e ambientali di inestimabile valore. Basterebbe poco per valorizzarle e promuoverle. Come? Rispettando, anzitutto, la bellezza naturalistica che il Padreterno ha regalato a questa terra e poi promuovendo idee illuminanti che si connettano con la modernità e la civiltà globale. A volte basterebbe un’idea per cambiare un territorio, un paese, una città. Partire, quindi, dal basso, dai Comuni in primo luogo, per migliorare la vita dello stare insieme, avendo contezza che l’Italia non si governa solo da Roma o da Bruxelles, ma principalmente dai Comuni, poco considerati, poco apprezzati rispetto ai processi di crescita e di sviluppo di una regione e del Paese intero. Sovente, purtroppo, è proprio nei Comuni, piccoli o grandi che siano, che a causa del mancato controllo sociale e politico, spesso si alimentano il malaffare e gli sperperi di risorse. Il declino della Calabria e del Sud non è dovuto solo alla smemoratezza dei governi centrali, ma soprattutto ai saccheggi consumati sui territori da una classe politica esperta e votata al malaffare e all’interesse personale.