Il delirio di onnipotenza a livello sociologico
Dal punto di vista sociologico, il delirio di onnipotenza può essere definito come un fenomeno di “autolegittimazione del potere”, in cui un individuo o un gruppo di persone agisce al di sopra delle regole e del confronto critico, grazie anche alla complicità o all’acquiescenza di chi lo circonda. Questa dinamica può portare a distorsioni sistemiche nelle istituzioni, nei gruppi sociali e nelle organizzazioni, favorendo decisioni irrazionali, disuguaglianze e crisi di fiducia collettiva. Non è solo una condizione psicologica che colpisce il singolo, ma un fenomeno con profonde implicazioni sociali. Quando un individuo si convince di essere infallibile e al di sopra delle regole, il rischio non riguarda soltanto lui, ma anche l’ambiente che lo circonda. Chi asseconda, giustifica o teme di contraddirlo contribuisce a rafforzare il suo senso di superiorità, alimentando un meccanismo pericoloso che può avere ripercussioni a livello politico, economico e culturale. Come riconoscere il delirio di onnipotenza?
Il delirio di onnipotenza si manifesta attraverso alcuni tratti distintivi:
sopravvalutazione delle proprie capacità: l’individuo è convinto di avere un’intelligenza, un talento o un destino superiore agli altri.
Rifiuto del confronto: chiunque osi mettere in discussione le sue idee viene visto come un nemico.
Negazione degli errori: anche di fronte all’evidenza, non ammette di aver sbagliato, attribuendo le colpe agli altri. Manipolazione dell’ambiente , tende a circondarsi di persone compiacenti che non osano contraddirlo. Senso di invulnerabilità, crede di essere al di sopra delle regole e delle conseguenze delle proprie azioni.
Se a livello individuale questi comportamenti possono creare difficoltà nelle relazioni personali, il vero pericolo emerge quando il delirio di onnipotenza viene accettato o addirittura incoraggiato in ambiti di potere.
La storia dimostra che il delirio di onnipotenza, se non contrastato, può determinare fatti sociali preoccupanti.
Le strutture di potere, in particolare quelle che non prevedono adeguati meccanismi di controllo e rinnovamento, tendono a favorire l’ascesa di figure carismatiche che si autoconvincono di essere intoccabili.
Esempi evidenti si trovano in diversi contesti:
Politica e regimi autoritari: leader che si ritengono superiori alle istituzioni e impongono la loro volontà senza ascoltare il dissenso, con il rischio di guerre e crisi economiche.
Multinazionali e finanza: manager convinti di poter manipolare il mercato senza conseguenze, portando a speculazioni finanziarie e collassi economici.
Social media e cultura dell’immagine influencer o personaggi pubblici che costruiscono un’identità idealizzata, credendo di essere al centro del mondo.
La responsabilità di chi sta intorno.
Uno degli aspetti più critici del delirio di onnipotenza è il ruolo dell’ambiente circostante. Molto spesso, chi detiene potere non sviluppa da solo questa percezione distorta della realtà: il contesto in cui opera può rafforzare la sua convinzione di essere insostituibile e infallibile.
I collaboratori, consiglieri, dipendenti e persino i familiari possono diventare complici, sia per timore di ritorsioni, sia per interesse personale. La mancanza di un contraddittorio reale rende l’individuo ancora più convinto della propria superiorità, alimentando una spirale pericolosa.
I rischi per la società


Se il delirio di onnipotenza non viene arginato, le conseguenze possono essere devastanti.
Se a livello psicologico l’età avanzata può accentuare il delirio di onnipotenza, soprattutto in chi ha esercitato potere per lungo tempo, a livello sociologico questo fenomeno si intreccia con la difficoltà di rinnovare le élite. In sistemi chiusi e gerarchici, dove il potere resta nelle mani delle stesse persone per decenni, il rischio di stagnazione è alto.
Contrastare il delirio di onnipotenza non significa solo contenere gli eccessi di un singolo individuo, ma costruire una cultura del confronto, della trasparenza e della distribuzione del potere. Il vero antidoto è una società in cui nessuno possa sentirsi al di sopra delle regole, ma dove il cambiamento e il ricambio generazionale siano garantiti da un sano equilibrio tra innovazione e memoria storica!# (F.sco Garofalo -sociologo)