Martedì 18 ottobre, si celebra la XVI Giornata Europea contro la tratta di esseri umani. Istituita nel 2006 dalla Commissione Europea, l’evento costituisce un’occasione per fermarsi a riflettere su di un fenomeno che, da molti anni, lambisce in maniera più o meno grave tutti i Paesi facenti parte dell’Unione Europea. I dati raccolti dalle Istituzioni preposte, dimostrano come siano decine di migliaia le persone identificate come vittime di tratta a scopo di grave sfruttamento. Ogni anno giovani donne, uomini, persone transessuali e minorenni vengono reclutati da organizzazioni criminali transnazionali per essere sfruttati nell’ambito della prostituzione, del lavoro gravemente sfruttato, dell’accattonaggio e delle economie criminali forzate (spaccio e furti), dei matrimoni forzati e del traffico di organi. il concetto sembra particolarmente tecnico e per questo viene conosciuto solo dagli ‘addetti ai lavori. E’, invece, un’occasione preziosa per riflettere su questo fenomeno subdolo; le vittime sono le persone costrette a prostituirsi, i minori reclutati e impiegati nelle attività illecite forzate, uomini e donne sfruttati nel lavoro, ragazze costrette contro la propria volontà a unirsi in matrimonio. Una piaga che è presente su tutto il territorio nazionale e dalla quale, purtroppo, nemmeno il Veneto è immune ma alla quale reagisce con impegno.
La pandemia, i conflitti in atto, la crisi energetica e l’aggravamento costante dei fattori economici e ambientali hanno contribuito all’esacerbazione delle vulnerabilità di migliaia di persone, esponendole maggiormente ai rischi di tratta e grave sfruttamento da parte di reti criminali transnazionali e locali. Oltre alla prostituzione e all’accattonaggio forzati e al coinvolgimento di adulti e minori nelle economie criminali contro la loro volontà si evidenzia un forte aumento dello sfruttamento in ambito lavorativo oramai diffuso in tanti settori produttivi. L’Organizzazione Internazionale del Lavoro, infatti, stima che, nel mondo, nel solo 2021, siano oltre 50 milioni le persone vittime di schiavitù moderna coinvolte nel lavoro forzato; un trend in aumento in modo considerevole in questi ultimi anni. Occorre uno sforzo sinergico, delle Istituzioni e di tutta la società civile per contrastare in modo efficace questi crimini e mantenere alta l’attenzione, non tralasciando le tecnologie digitali divenute anche strumenti utilizzabili dalla criminalità organizzata per reclutare ulteriori vittime, spesso di giovane età.