Dal progetto visionario di Oddo alle opportunità di oggi: fondi, leggi e coraggio per rilanciare un territorio destinato a rinascere o a scomparire.
Era il 13 maggio 1969 quando Salvatore Oddo, giornalista roglianese, propose sulle pagine de Il Mattino un progetto ambizioso e lungimirante: la fusione dei Comuni di Mangone, Marzi, Santo Stefano e Rogliano, per dar vita alla città di Rostema. Oddo scriveva: “Quattro Comuni del cosentino: Mangone, Marzi, Santo Stefano e Rogliano, stanno per decidere del loro futuro. […] Nessuno dei quattro centri perderà qualcosa, ma tutti potranno trarre vantaggi dalla futura città: Rostema. Solo così tutti i paesi della Valle del Savuto avranno compiuto un notevole passo in avanti.” Quelle parole, riprese fedelmente nella seconda parte del libro di Ferdinando Perri, ( Salvatore Oddo e il giornalismo delle idee- editoriale progetto 2000) risuonano oggi come un monito e un appello, un invito a ripensare il territorio con una visione condivisa e coraggiosa. Oddo, sin d’allora, intravedeva nella fusione il “lievito di una nuova vita”, capace di rilanciare economicamente e socialmente una delle aree più depresse della Calabria.
Il contesto storico e legislativo: ieri e oggi
Nel 1969, l’idea di Salvatore Oddo appariva visionaria ma difficilmente realizzabile. Mancava un quadro normativo che incentivasse processi di aggregazione amministrativa. La fusione dei Comuni era vista più come un’utopia che come un’opportunità concreta, anche se gli atti prodotti dalle relative amministrazioni comunali facevano ben sperare. Come vedremo la proposta non riuscì a concretizzarsi a causa di antichi egoismi, di interessi localistici presero il sopravvento, vanificando i processi di costruzione per l’istituzione di un nuovo ente locale. Oggi, a differenza del passato, invece, grazie alla legislazione introdotta dalla legge Delrio (n. 56/2014) e ad altre norme successive, il processo di fusione dei Comuni è sostenuto da risorse e finanziamenti statali che ne agevolano l’attuazione. Gli incentivi includono contributi straordinari per dieci anni e la possibilità di accedere a finanziamenti specifici per il miglioramento dei servizi e delle infrastrutture, nonché per la riduzione della tassazione locale.
Perché guardare al passato per progettare il futuro
Conoscere la storia non significa soltanto rievocare il passato, ma riflettere su di esso per trarne insegnamenti. La differenza tra storia e cronaca risiede proprio nella capacità di andare oltre il presente, interpretando i fatti con una prospettiva critica e progettuale. La proposta di fusione dei Comuni della Valle del Savuto rappresenta un esempio concreto di come il passato possa ispirare il futuro. Su questa linea sta operando il Comitato Civico, appositamente costituito, che ha promosso diverse iniziative volte a sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sull’importanza e sul valore della creazione di un unico ente locale nel Comprensorio a sud della Città Bruzia. Un progetto ambizioso, mirato a generare ricchezza, contrastare lo spopolamento, ridare vitalità a nuove idee, realizzare infrastrutture moderne, migliorare quelle esistenti e proiettare la Valle del Savuto verso scenari di sviluppo sostenibile e credibile.
Oddo fu un pioniere nel cogliere l’importanza di unire le forze per superare le fragilità economiche e sociali del territorio. La sua idea, torna oggi al centro del dibattito istituzionale e sociale. La letteratura del Savuto, che riporta il pensiero di Oddo e le sue intuizioni, ci sprona a riprendere quel progetto avviato e mai completato.
I vantaggi della fusione: un’opportunità per la Valle del Savuto
La Fusione dei Comuni non è solo un’opportunità amministrativa, ma anche una sfida culturale e sociale. Tra i benefici concreti della fusione si annoverano:
- Maggiori risorse economiche: i contributi statali legati alla fusione permettono di investire in infrastrutture, servizi sociali, sanità e istruzione.
- Riduzione della tassazione locale: l’ottimizzazione delle risorse consente di ridurre il carico fiscale sui cittadini.
- Miglioramento dei servizi: la centralizzazione di alcuni servizi e la loro riorganizzazione rendono l’amministrazione più efficiente e vicina ai bisogni dei cittadini.
- Contrasto allo spopolamento: un territorio più dinamico e attrattivo può frenare l’emigrazione giovanile e incentivare nuovi insediamenti produttivi.
- Valorizzazione dell’identità locale: la fusione non cancella le tradizioni e le peculiarità dei singoli Comuni, ma le rafforza, dando loro una cornice comune e una visibilità più ampia.
La fusione come scelta strategica e necessaria
Oggi, di fronte a una crisi economica e demografica ancora più grave rispetto al 1969, la proposta di fusione diventa non solo una possibilità, ma una necessità storica. Non si tratta di abbandonare la propria identità, ma di unirla a quella dei Comuni vicini per creare una realtà più forte e coesa. Come sottolineava Oddo, “non si può sbagliare”. È il momento di agire con coraggio, superando campanilismi e diffidenze, per consegnare alle future generazioni un territorio rigenerato e pieno di opportunità.
Un progetto per le future generazioni
La fusione dei Comuni della Valle del Savuto è un passo decisivo per garantire un futuro al territorio. La storia ci insegna che le idee lungimiranti possono diventare realtà solo se le comunità credono in esse e agiscono con determinazione. La Valle del Savuto merita di ripartire, e la fusione può essere il motore del cambiamento, trasformando un sogno in una nuova vita per tutti . ( Continua) La redazione