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Vattienti di Nocera Terinese: Sacre Tradizioni della Settimana Santa nel Sud Italia

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Un’Esplorazione della Devozione Cruda e Millenaria dei Vattienti durante le Celebrazioni Pasquali

Tornano i Vattienti  a Nocera questa sera, venerdi e domani sabato la comunità rivive un rito ancestrale, cruento e identitario. L’icona della Vergine Addolorata percorre le principali strade del paese, portata sulle spalle dai devoti mentre attorno si compie l’autolesionismo.

Per i residenti locali questi giorni rappresentano i momenti più significativi dell’anno. La sacra statua lignea della Vergine Addolorata, intorno alle 20.30, esce dalla Chiesa dell’Annunziata per dare inizio alla processione biennale durante la quale viene celebrato il rituale dei Battitori. La sacra immagine, trasportata dai portatori, venerdì sera compie un breve percorso partendo dalla chiesa dove risiede tutto l’anno, dirigendosi quindi verso la Chiesa di San Giovanni Battista per una sosta. Qui si tiene la messa della Passione, dopodiché la statua ritorna all’Annunziata. Sabato, il corteo processionale inizia al mattino verso le 8, attraversando le principali arterie del comune del Catanzarese.

Durante la processione, alcuni fedeli, nel rispetto delle tradizioni, praticano l’autolesionismo. I battitori procedono da soli o in piccoli gruppi – spesso familiari – seguendo il percorso della statua della Vergine Addolorata, incontrandola più volte e facendo soste davanti alle chiese e alle case di parenti o amici. Il flagellante è accompagnato da due figure: l'”Ecce Homo” e il portatore di vino. Il primo è generalmente un giovane legato al battitore con un cordino, vestito con un panno rosso e con una croce sulle spalle; il secondo è un amico che porta il vino utilizzato per detergere e sterilizzare le ferite. Gli strumenti impiegati per l’autolesionismo sono due: la “rosa” e il “cardo”, dischi di sughero utilizzati per colpire le cosce e i polpacci. Uno dei dischi ha una colata di cera con piccoli frammenti di vetro, che provocano le ferite, mentre l’altro è liscio e serve per dirigere il flusso del sangue.

La pratica cruenta che si rinnova durante la Settimana Santa, con particolare riferimento ai Vattienti di Nocera Terinese, ha radici antiche e si intreccia con la storia e la tradizione della religiosità popolare in molte regioni dell’Italia meridionale.

Il rito dei Vattienti, noto anche come “Battenti” o “Flagellanti”, è un’usanza che risale al medioevo e ha avuto una diffusione particolarmente significativa in alcune regioni dell’Italia, soprattutto in Calabria, Campania, Sicilia e Puglia. Questa pratica era originariamente un modo per espiare i peccati e ottenere la misericordia divina attraverso la penitenza corporea.

Durante la Settimana Santa, periodo che commemora la Passione, la Morte e la Resurrezione di Gesù Cristo, alcuni devoti si sottopongono volontariamente a pratiche di autoflagellazione e autolesionismo come forma di devozione e penitenza. Questo atto estremo di sacrificio personale è visto come un modo per partecipare in modo più profondo al dolore di Cristo e per ottenere il perdono dei peccati.

Le radici di questa pratica possono essere rintracciate nelle antiche forme di penitenza e devozione ascetica presenti nel cristianesimo primitivo, che includevano il digiuno, la preghiera intensiva e l’autolesionismo come mezzi per purificare l’anima e ottenere la grazia divina. Nel corso dei secoli, queste pratiche si sono evolute e adattate alle diverse culture e tradizioni locali, assumendo forme specifiche in diverse regioni.

Nonostante alcune critiche e controversie, il rito dei Vattienti continua a essere praticato da comunità di fedeli che considerano questa forma di devozione come parte integrante della loro identità religiosa e culturale. Le autorità ecclesiastiche, pur esortando alla moderazione e alla riflessione sul significato della penitenza, spesso hanno tollerato o addirittura supportato queste manifestazioni di fede popolare, riconoscendo il loro valore simbolico e la profondità della devozione dei partecipanti.

L’anno scorso, un divieto iniziale sull’autoflagellazione è stato successivamente integrato con nuove disposizioni, consentendo il ripristino del rito pasquale a Nocera. Le prescrizioni stabilite mirano a garantire la sicurezza pubblica durante le processioni, limitando il numero di partecipanti, richiedendo l’uso di strumenti personali igienizzati e vietando la partecipazione a coloro affetti da malattie contagiose. Quest’anno, tali regolamenti sono stati rinnovati tramite un’ordinanza del sindaco Saverio Russo.