E’ deceduto Dario Antoniozzi, figura storica e leader della Democrazia Cristiana, più volte Ministro della Repubblica e vicesegretario politico del partito che fu di De Gasperi, Moro e Zaccagnini.
Era nato a Rieti ma cresciuto a Cosenza, dove il padre Florindo si era trasferito per ragioni di lavoro (è stato per anni direttore generale della Cassa di Risparmio di Calabria e di Lucania). Dario Antoniozzi aveva 96 anni.
Eletto per la prima volta alla camera dei deputati nel lontano 1953, ha ricoperto l’incarico di sottosegretario e Ministro per il Turismo e spettacolo nel terzo Governo Andreotti ( 29 luglio 1976 al 10 marzo 1978) e al . Ministro ai Beni culturali ed ambientali, invece, nel quarto governo di Giulio Andreotti, con l’incarico di coordinamento della ricerca scientifica e tecnologica. ( Dall’11 marzo 1978 al 19 marzo 1979. Nel V governo Andreotti Ministro per i beni culturali e ambientali (con l’incarico di Ministro per il coordinamento delle iniziative per la ricerca scientifica e tecnologica) dal 20 marzo 1979 al 14 luglio 197.
Europeista convinto, fu eletto nel Parlamento europeo, partecipando direttamente alla fondazione del Partito Popolare Europeo.
Al figlio Alfredo e alla famiglia giungano le condoglianze della redazione dell’Eco della Valle e del suo direttore , Francesco Garofalo, il quale ne ha sempre apprezzato l’eleganza politica e la nobiltà delle idee , espresse nel governo nazionale ed europeo.
Il ricordo di Francesco Garofalo direttore de ” L’eco della valle”
Ho conosciuto Dario Antoniozzi all’età di diciotto anni durante un’assemblea del Comitato provinciale della Democrazia Cristiana cosentina, partito democratico di ispirazione cristiana, con una base sociale popolare e interclassista.
La DC, contrassegnata dal simbolo dello scudo crociato, soprannominata “balena Bianca”, fu il partito dell’ arco costituzionale che contribuì a fornire al Paese una Carta Costituzionale ampiamente condivisa.
Nel profilo di Dario Antoniozzi si legge proprio questa entità politica, questa essenza culturale e sociale, che si innesta con il suo dire, caratterizzato per contenuti e moderazione, per la capacità di analisi e di proposta.
Si distinse nel suo cammino politico e istituzionale per la sua grande capacità di ascolto, di dialogo e di confronto sui temi che affliggevano e in parte ancora angosciano i giovani che risiedono nelle regioni del mezzogiorno d’Italia. Allora come oggi i temi dominanti erano sul come poter inserire la Calabria nei processi moderni e produttivi del Paese e come inserirla nei contesti Europei.
Temi ricorrenti nelle diverse conferenze tenute dopo che si era ritirato dalla vita politica ma mai dall’impegno sociale e culturale che viveva intensamente, portandosi dietro con la sua formazione di cattolico impegnato in politica, traendo tesoro dagli insegnamenti di don Luigi Sturzo, De Cardona, De Gasperi …
Uno stile inconfondibile di nobiltà d’animo e di pensiero che lo contraddistinguevano nel confronto tra le varie componenti che esistevano all’interno della democrazia cristiana e all’esterno di essa.
La politica allora si svolgeva sul territorio, nelle sezioni e nelle segreterie politiche che egli curava e dove riceveva e ascoltava la gente comune, non solo quella del suo partito ma anche quella che non si riconosceva in nessuna formazione politica. “L’uomo al centro della società”, “ L’uomo prima di tutto”.
La passione verso la politica, verso la cultura, si coniugava con lo spirito di servizio verso le istituzioni. Il potere era concepito come momento per servire le istituzioni democratiche e le comunità locali e in tal senso si sviluppavano i grandi temi di sviluppo delle coscienze popolari. Etica e politica, cattolicesimo democratico, spirito di servizio, voglia di crescere e di riequilibrare lo sviluppo meridionale con quello nazionale, erano gli argomenti su cui, giovani e meno giovani, spendevano il loro impegno politico e sociale.
Con Dario Antoniozzi si spegne una delle menti più vive del cattolicesimo democratico, un degasperiano convinto, assertore europeista e strenuo difensore delle libertà democratiche.