Home Attualità Dall’America liberatrice all’America incerta!

Dall’America liberatrice all’America incerta!

50

Dalla lotta contro il nazifascismo alla resistenza ucraina: il mondo libero non può permettersi esitazioni di fronte all’oppressione.

L’America che sbarcò in Sicilia nel luglio del 1943 e che, insieme agli alleati, risalì la penisola combattendo contro il nazifascismo, è un’America che nella memoria collettiva europea e italiana ha rappresentato un baluardo di libertà. I soldati americani non erano semplicemente liberatori: erano giovani che affrontavano il fuoco nemico in nome di principi universali come la democrazia e l’autodeterminazione dei popoli. L’America di allora si trovò davanti a un’Europa spezzata, dominata dalla paura, e scelse di intervenire con il sacrificio di migliaia di vite. Dopo la guerra, con il Piano Marshall, contribuì alla ricostruzione materiale e morale del continente, sancendo un’alleanza solida con i popoli che aveva aiutato a liberare. Oggi, in un contesto diverso ma con analogie evidenti, un altro popolo, quello ucraino, resiste all’aggressione di una potenza più grande e meglio equipaggiata, proprio come fecero i partigiani italiani e i soldati alleati durante la Seconda guerra mondiale. Gli ucraini combattono non solo per il loro territorio, ma per il principio stesso di autodeterminazione, per la possibilità di scegliere il proprio destino senza imposizioni esterne. L’America di oggi, però, non sembra più avere la stessa compattezza morale e strategica di un tempo. Le divisioni interne, il ritorno di spinte isolazioniste e l’indebolimento del ruolo internazionale degli Stati Uniti stanno ridisegnando la politica globale. Il sostegno a Kiev è diventato un argomento divisivo, e la fermezza dimostrata dagli alleati occidentali rischia di incrinarsi. Il confronto storico ci impone una riflessione: il mondo libero non può permettersi di vacillare di fronte all’oppressione. Se la memoria della lotta per la libertà in Europa ha un valore, allora oggi quell’eredità dovrebbe tradursi in un impegno concreto a fianco di chi, sotto le bombe, continua a difendere gli stessi principi per cui si combatterono la Seconda guerra mondiale e la Resistenza.