Non condanno a priori i No vax. Rispetto le loro scelte e per certi versi apprezzo il loro coraggio
Per qualcuno non si chiamerebbe coraggio ma incoscienza o mancanza di rispetto verso gli altri. Altri, invece, come me ritengono che si tratti di scelte che rientrano nella sfera delle libertà individuali e inviolabili .
Sono altrettanto consapevole che queste scelte di libertà possono dilazionare il fenomeno pandemico in quanto offrono al virus il terreno fertile entro cui trasformarsi e rigenerarsi.
Il problema quindi é di comprendere e far comprendere che esiste una reciprocità di interessi e che il danno che si potrebbe creare non appartiene al singolo soggetto no vax ma ad entrambi, cioé sia ai pro vax che ai no vax.
D’altro canto pensare di vaccinare tutti i cittadini diventa impossibile: ci sarà sempre una buona fetta della popolazione che per scelta o per altre motivazioni rimarrà priva di copertura.Pensare che si arrivi alla famosa immunità di gregge in tempi brevi sarà una pia illusione. Che fare quindi?
A mio avviso la strada dello scontro e del conflitto non aiuta ad accentuare le vaccinazioni. La strada migliore da percorrere é quella della conoscenza, dei saperi, della cultura. La scienza ha fornito a tutti Noi uno strumento che ci tutela dall’aggressione del nemico: sta a noi saperlo utilizzare, diffonderlo e comprendere i benefici.
intanto credo sia arrivato il momento che ci si occupi delle altre patologie che affliggono le nostre popolazioni e che purtroppo il virus non ha annientato. Tra questi si annoverano i soggetti cardiopatici, i malati oncologici e colori che soffrono di infermità neurologiche e da patologie croniche. L’attenzione sociale deve essere rivolta a i soggetti che la pandemia ha escluso o dimenticato per far fronte alle drammatiche e devastanti conseguenze del Covid 19.La pandemia ha fatto emergere una, serie di altre emergenze verso le quali le istituzioni devono ritornare a prestare attenzioni e che non riguardano l’economia bensì nuove e vecchie patologie di carattere sanitario altrettanto preoccupanti sul piano sociale in quanto anch’esse mietono vittime e sofferenze anche se non vengono inserite nei bollettini quotidiani riservati solo alla Pandemia. A proposito dei quali farebbero bene a bloccare questi continui aggiornamenti riferiti ai contagi giornalieri, lasciando spazio a campagne di informazioni preventive e piú incisive. A che serve conoscere, oggi, a quanto ammontano i contagiati giornalieri? Non é piú significativo promuovere campagne di informazione e di educazione socio sanitaria da diffondere attraverso le istituzioni scolastiche ed i mezzi di comunicazione di massa? (Franco Garofalo)