Lentamente la società calabrese inizia a riconquistare le libertà confiscate in seguito alla Pandemia. Le paure diffuse nelle comunità locali, incentivate ancor di più dalla martellante e ossessiva comunicazione dei media, delle istituzioni locali e nazionali, man mano che passa il tempo, si sarebbero depotenziate, adeguandosi all’andamento della curva dei contagi, notevolmente abbassata come dimostrano i dati forniti dalle autorità pubbliche.
Di fronte al crollo dei ricoveri nelle terapie intensive e negli altri reparti dedicati ai pazienti affetti da Coronavirus, la vita fatta di relazioni, interscambi economici, timidamente, con circospezione inizia a riconquistare gli spazi sociali sottratti in seguito all’adozione delle odiose ma necessarie misure restrittive adottate ad ogni livello istituzionale.
La circolazione del virus, in special modo nella nostra Calabria è molto bassa e questo consente a ciascuno di Noi di riallacciare e riprendere i rapporti sociali, gli interscambi commerciali e produttivi con maggiore fiducia e uscire dall’incubo nel quale il Covid-19 ha trascinato anche le coscienze più dure e coraggiose.
Oggi la realtà socio sanitaria si presenta molto diversa dai mesi scorsi e sollecita a giudicare il futuro più favorevole e meno traumatizzante. Qualche preoccupazione sovviene di fronte alla fase 2 che consente gli spostamenti tra Regioni . Al riguardo le preoccupazioni manifestate da molti sul rischio di riaprire nuovi contagi, se da una parte hanno delle fondamenta, dall’altra dobbiamo comprendere che rinchiudersi in se stessi, tra i propri confini comunali in attesa che il problema venga risolto in modo definitivo è pura illusione.
Dobbiamo convivere a lungo con il Coronavirus? Non lo sappiamo e nessuno fino ad oggi è stato in grado di fornire certezze sull’argomento. Il virus, con il passare del tempo, è diventato meno aggressivo, come sostengono in molti? Non abbiamo notizia e nessuno fino ad oggi ha fornito prove scientifiche su questo probabile mutamento.
l virus dal punto di vista clinico non esiste più, come dice il professore Alberto Zangrillo, direttore di Terapia Intensiva al San Raffaele di Milano, in relazione all’evoluzione del coronavirus?
Forse, osservando la realtà sembrerebbe che tale tesi sia sostenibile: i tamponi eseguiti negli ultimi giorni sembrano fornire risultati consistenti. Presenterebbero una carica virale infinitesimale rispetto a quelli eseguiti sui pazienti un mese fa.
In attesa che la scienza possa individuare cure nuove e un vaccino in grado di prevenire la malattia da Coronavirus, non ci resta che continuare a fare tesoro di quello che abbiamo appreso in questi mesi, attuando uno stile di vita fondato sul buon senso, sul rispetto di se e degli altri: mani pulite, distanziamento sociale, utilizzo delle mascherine negli ambienti serrati, astenersi da assembramenti e così via.
Regole sociali dettate dall’ equilibrio e dalla ragionevolezza di fronte ad un nemico impercettibile e infido, che tanti sentimenti di dolore ha provocato e provoca ancora nel mondo intero.
Non sappiamo se la scienza potrà fornire a breve scadenza un rimedio alla pandemia; sappiamo, perché questo insegna il passato remoto, che tutte le Pandemie vissute hanno avuto una conclusione; anche questa del Covid-19, non potrà sottrarsi a questo declino, a tale siffatto destino, scritto prima ancora del nascere.
Il Covid-19 ha tolto il respiro a molti, incrementando angosce e sofferenze che hanno lasciato tracce insanabili in ogni fasce di età e in quanti hanno dovuto combattere in prima linea un nemico subdolo e occulto pronto ad aggredire per vivere e perdurare nel tempo.
Nessuno è rimasto indenne dagli effetti devastanti prodotti da questo microorganismo invisibile. Oggi alla emozione della paura del contagio subentra la sensazione di diffidenza nell’affrontare la vita di relazione e produttiva .
Una sensazione che toglie fiducia alle persone, causata dal timore e dal sospetto di essere ingannati da un essere privo di coscienza e di parola, che lotta comunque anch’esso per sopravvivere in un mondo che gli appartiene nel quale rivendica l’appartenenza, al pari di tutto ciò che è visibile e invisibile all’occhio umano e intelligente.
La lotta continua e continuerà anche in futuro. E l’uomo, unico essere dotato di pensiero e linguaggio, saprà uscirne vittorioso come sempre, cosciente di dover pagare, come sovente avviene, un alto prezzo per la sua libera e democratica circolazione.
( Franco Garofalo)