Ricorre oggi, sabato 11 dicembre 2021, la “Giornata internazionale della montagna”. Istituita dalle Nazioni Unite nel 2002 l’ evento sprona ciascun cittadino a riflettere sull’importanza di questo ambiente, fondamentale per la salute del pianeta, in quanto custode di biodiversità, paesaggi e risorse.
Il territorio montano- ricordiamo- occupa il 25% della superficie mondiale e ospita il 12% della popolazione. Le Montagne sono ritenute serbatoi idrici, procurano l’acqua che abitualmente viene usata in casa per gli usi domestici, procurano energia e una gamma di prodotti benefici per l’intero ecosistema. Eppure nonostante siano ritenute di vitale importanza per la vita dello stesso pianeta, esse sono perennemente minacciate da fenomeni che riguardano la deforestazione, l’abbandono, le attività estrattive e turismo “aggressivo”, non rispettoso dell’ambiente e spesso mal gestito . Questi sono soltanto alcuni dei maggiori impatti che subisce la montagna a livello globale. Gli effetti negativi determinati dai cambiamenti climatici continuano a peggiorare la situazione: scioglimento dei ghiacciai, smottamenti, valanghe e la modifica della composizione vegetale di alcuni habitat.
La montagna calabrese, con la sua aria pulita, con i suoi affascinanti paesaggi, con i suoi magici colori, in sintesi con le sue immense bellezze e virtù naturali, rappresenta oggi, più di ieri, un’immenso patrimonio su cui investire risorse e talento, per trarre maggiore benessere economico ma soprattutto fisico e psichico.
E’ vero che le bellezze della Montagna calabrese, una volta difese e custodite dalla gente che vi dimorava, sono state anch’esse sottoposte a continui attacchi gestionali. Lo spopolamento della montagna, accentuato nel XX secolo, ha contribuito a rendere indifese e precarie le condizione del territorio: la presenza costante dell’uomo consentiva un’attenta osservazione, conservazione e tutela dell’ecosistema. Ma come si sa i fattori che hanno determinato lo spopolamento della montagna sono di diversa natura su cui si sono spesi fiumi di parole e di analisi economiche e sociali. Oggi allo spopolamento della montagna si affianca anche quello dell’ l’abbandono dei piccoli centri situati nelle aree interne e montane anche se in questi luoghi continua a vivere una quota non trascurabile della popolazione italiana. La popolazione residente è per lo più anziana e le nascite non riescono a supplire i decessi in un territorio di cui il 40% supera quota 600 m s.l.m., il 21% oltre quota 900, e quasi il 10% oltre 1200.
La Montagna è senza dubbi l’elemento dominante della nostra regione. La sua specificità è di essere state sempre vissuta più o meno densamente a secondo i periodi storici e a seconda dell’altitudine, ma sempre sufficiente per assicurare al resto del territorio le risorse di cui è ricca.
La montagna calabrese ha una sua peculiarità: si tuffa in mare, accarezza le acque, sprigiona elementi benefici e allevia in parte i mali che la società dei consumi riversa nell’ambiente. Sarà anche – come ben descrive- la penna di Giustino Fortunato , meridionalista convinto, uno “sfasciume pendulo sul mare. La Calabria ha, infatti, sempre presentato, problemi di tipo geologico, ’instabilità e precarietà, che la predispongono a frane e smottamenti . Ma questo non ha deturpato o indebolito il suo ammirevole fascino o scalfito le sue bellezze che continuano a trafiggere lo spirito dell’osservatore. La deforestazione, gli incendi estivi denudano parte consistente del suo territorio, arrecando purtroppo danni irreparabili a breve termine. E’ necessario, quindi, l’assunzione di responsabilità da parte delle comunità, delle associazioni e delle istituzioni locali al fine di produrre idee, elaborare strategie, progetti e percorsi in modo tale che la Montagna si affermi e venga valorizzata come habitat naturale, produttore di benessere fisico e psichico, capace di garantire ai residenti e ai visitatori l’accesso ai servizi essenziali (trasporto pubblico locale, istruzione, servizi socio-sanitari, ecc.).
Si tratta di realizzare nuove opportunità di reddito, reinventando in termini moderni l’economia tradizionale, facendo leva sui prodotti inimitabili e densi di contributi benefici . La montagna calabrese potrà essere motrice dello sviluppo del turismo rurale e artistico con i suoi paesaggi-naturali, visibili all’interno dei suoi tre parchi naturali nazionali e alle otto riserve naturali. I borghi, immersi nel verde delle montagne calabresi, ospitano antiche chiese e monasteri in cui si racchiudono opere degne di essere ammirate; posseggono castelli e centri storici, affascinanti, musei che tracciano percorsi e memorie relative alle antiche produzioni locali, di eno-gastronomia. E’ evidente che la cura del paesaggio è affidata a tutti e non solo alle istituzioni. Il senso di appartenenza, la consapevolezza delle bellezze naturali ereditate, i saperi antichi, di modi di vita peculiari da riconoscere come valori, dovranno comporre la coscienza collettiva e ciascuno è chiamato a promuovere, sostenere e tutelare il territorio montano come patrimonio culturale globale, specialmente quello calabrese dove l’osservatore, con lo sguardo attento, riesce a catturare paesaggi, aria salubre, colori e profumi scaturiti dalla magia della montagna, delle sue vette più alte che innevate e non bonificano la mente dalle tossine accumulate dallo stress quotidiano, dalla frenetica vita vissuta giornalmente e dalle angosce causate da questa lunga Pandemia da Covid-19. Ricordiamoci e ricordiamo a tutti che una ricerca finanziata dalla comunità europea, in un punto preciso della Calabria, nella Sila, a Zagarise (CZ), località Tirivolo, a 1800 metri d’altezza è stata individuata l’aria più pulita d’Europa, forse addirittura del mondo. E in un periodo difficile come quello che stiamo vivendo rappresenta un ulteriore antidoto da affiancare alle vaccinazioni, alla scienza per contrastare insieme le conseguenze derivante dalle infezioni , dalle malattie provocate da agenti patogeni. Aiutiamo la Montagna a coltivare il nostro benessere e riflettiamo sul valore che la Giornata odierna offre al pianeta e quindi a tutti Noi. (FG)