La lettera che Jole Santelli indirizzava al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, del 13 settembre, è un attestato premonitore di ciò che poteva verificarsi : “il conflitto istituzionale tra Regione e Governo centrale”. “Sono stata attenta ad evitare lo scontro istituzionale, non credo faccia bene a nessuno, ma chi decide di commissariare e di effettuare le scelte, poi deve avere il coraggio di assumersi la responsabilità che ne conseguono”.
Con la missiva scritta qualche mese prima di lasciare la vita terrestre, la Presidente Jole Santelli, aveva messo in guardia il Presidente Conte su ciò che poteva accadere “Non mi interessa essere soggetto attuatore di un Piano che non condivido- aveva scritto – ma è necessario che i calabresi sappiano che il governo si sta assumendo tutta la responsabilità della gestione sanitaria del Covid in Calabria e che la regione è stata totalmente esautorata”. La Presidente Santelli si dispiaceva del fatto che dopo mesi di leale collaborazione, la regione fosse stata tenuta da parte nella fase di elaborazione del Piano Covid. “Ne prendo semplicemente atto”, aveva chiosato con apparente rammarico.
La fase Covid – ricordava ancora Jole- era stata gestita dalla Regione in assoluta sintonia con il Governo nazionale. Il nuovo piano d’emergenza invece, su richiesta dei commissari “è stato predisposto dagli stessi senza alcun coinvolgimento della Regione e varato dal Ministero competente”.
Insomma la Presidente Jole Santelli, in modo elegante ma rigoroso, rimproverava il fatto che nella riunione con il Commissario Arcuri e i Ministri Speranza e Boccia , il Commissario Arcuri aveva specificato che “nelle Regioni in cui è presente il commissariamento ad acta la regione non è soggetto attuatore”.
Sono sufficienti queste considerazioni a far comprendere come la responsabilità sia ben individuata e che ogni scelta fatta sia da addebitare a l’intero governo nazionale, in quanto la Regione veniva di fatto completamente esautorata nella specifica materia.
“La responsabilità verso i calabresi deve essere chiara – aveva ancora vaticinato- i calabresi devono sapere che sono scelte effettuate dai commissari di governo , con totale contrarietà della Regione”.
Jole l’aveva detto, ribadito e scritto. Aveva presagito tutta questa confusione che si sta verificando attorno alla sanità calabrese, con le dimissioni del Commissario Cotticelli, riconfermato alla carica per poi essere dopo pochi giorni detronizzato dallo stesso governo nazionale.
La cronaca di queste ore dimostra come le dichiarazioni rese alla stampa dal diretto interessato, dagli uomini di governo, dai responsabili della regione Calabria, come il conflitto sia aperto anche tra la civile società calabrese e il resto del Paese.
Jole voleva scongiurare da calabrese, da donna attenta e sofferente, da politica che amava la sua regione e per la quale si è spesa fino all’ultimo momento.
“Nessuno si salva da solo. Aveva concluso la nota inviata al Presidente Conte. Non possono esserci decisioni strategiche e strumentali davanti a un diritto fondamentale come la salute. Io sono certa- concludeva la lettera- che vorrà ascoltarmi per trovare insieme una strada che faccia onore allo sforzo del Paese tutto di non lasciare indietro nessuno”.
Jole Santelli non è stata ascoltata e come tutte le personalità politiche lungimiranti anche in questo aveva visto bene.
Lo scontro tra Regione e Governo centrale è aperto. La Calabria ed i calabresi come – ha sostenuto Jole- non hanno alcuna responsabilità. Sono semplicemente vittime di un potere centrale che ancora gioca sulle spalle della Regione e dei calabresi.
Quando un governo ricorre alla figura del Commissario per gestire una qualsiasi materia – aggiungiamo Noi- quella figura rappresenta lo Stato stesso. Quando un governo sfiducia a pochi giorni dal rinnovato incarico la figura del Commissario, è lo Stato a sfiduciare se stesso. ( Francesco Garofalo)