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Aumentano le vittime sul lavoro in Calabria: un dramma che non conosce fine

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In crescita il numero di incidenti e malattie professionali nel 2024. Urgente una revisione normativa e una maggiore diffusione della cultura della prevenzione per tutelare lavoratori e famiglie.

Dall’inizio dell’anno fino ad agosto, in Calabria si sono verificati 19 decessi sul lavoro, un dato in preoccupante aumento rispetto ai 16 dello stesso periodo dell’anno precedente. Queste cifre sono state diffuse dall’ANMIL (Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro) durante la manifestazione regionale per la 74ª Giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro, tenutasi a Roccabernarda, in provincia di Crotone. L’evento ha visto la partecipazione delle autorità locali e dei presidenti territoriali dell’associazione, oltre a toccanti testimonianze da parte dei familiari delle vittime.

Il presidente regionale dell’ANMIL, Luigi Francesco Cuomo, ha ringraziato il sindaco di Roccabernarda, Luigi Foresta, e tutti i presenti, sottolineando lo scopo di questa giornata: promuovere una cultura della sicurezza e sensibilizzare sul valore della vita nei contesti lavorativi.

A livello nazionale, il quadro è altrettanto drammatico: tra gennaio e agosto 2024 sono stati denunciati circa 387.000 infortuni, con un aumento dello 0,9% rispetto allo stesso periodo del 2023. I decessi sul lavoro sono saliti a 680, registrando un incremento del 3,5%. Anche le malattie professionali hanno visto un’impennata, con circa 59.000 denunce, in crescita del 21,3%. ANMIL ha evidenziato la necessità di aggiornare la normativa, ancora ferma al 1965, per migliorare le tutele delle famiglie colpite da incidenti o malattie legate al lavoro, che spesso affrontano disabilità, dolore e difficoltà economiche.

Considerazione sociologica e diffusione della cultura della prevenzione

La persistenza di un numero così alto di incidenti e malattie professionali nel Paese e nella ns Calabria, rivela la necessità di un cambiamento culturale che vada oltre le semplici norme di sicurezza. La prevenzione deve diventare parte integrante della formazione e della mentalità lavorativa, non solo per i datori di lavoro, ma anche per i lavoratori stessi. La società tende spesso a sottovalutare l’importanza della prevenzione sul lavoro, specialmente in contesti dove l’urgenza di produrre e consegnare risultati prevale sulla sicurezza. In molte realtà lavorative, la sicurezza è ancora vista come un costo o un ostacolo, piuttosto che un investimento per la salute e il benessere collettivo. In questo contesto, la diffusione della cultura della prevenzione non può limitarsi a singoli eventi commemorativi, ma deve essere parte di un programma educativo continuativo, che coinvolga scuole, università e comunità locali. Le associazioni come ANMIL svolgono un ruolo cruciale, ma è essenziale un impegno costante anche da parte delle istituzioni e delle aziende nel sensibilizzare lavoratori e cittadini sull’importanza di misure preventive adeguate.

Promuovere la sicurezza sul lavoro significa promuovere il rispetto della dignità umana e del valore della vita, andando incontro alle esigenze di una società che deve tutelare i suoi componenti più vulnerabili e le loro famiglie, prevenendo tragedie evitabili attraverso politiche più aggiornate e un’educazione alla responsabilità condivisa.( La redazione)