Home Attualità L’arresto del superlatitante Giorgi e quel baciamano che indigna

L’arresto del superlatitante Giorgi e quel baciamano che indigna

92

L’arresto del superlatitante Giorgi. Il baciamano che indigna

Devastante sul piano sociale e culturale la scena ripresa dal TG 1 e dalle maggiori emittenti televisive del Paese e dall’estero. Quel baciamano ripreso dalle telecamere è una ferita per tutti i calabresi, un gesto nel quale si racchiude la sub-alternità culturale rispetto al potere mafioso che pur lacerato e seriamente messo in crisi dalle forze dell’ordine, ostenta tutta la Sua potenza distruttiva anche in presenza di una sonora sconfitta inferta dallo Stato.
Dopo ben ventiquattro anni di latitanza il popolo avrebbe avuto il diritto di festeggiare la cattura del super latitante Giuseppe Giorgi, avvenuta qualche giorno addietro a San Luca. Eppure quell’immagine catturata dall’occhio della telecamera, all’uscita del portone di casa, senza manette ai polsi, ha inibito la esultanza emotiva che la vicenda meritava. Alle forze dell’ordine si riconosce il merito della brillante operazione condotta, ma nel contempo nell’opinione pubblica pesa come un macigno la scena del baciamano, consumata sotto gli occhi degli stessi militari e di una, se pur esigua presenza di cittadini, posizionati davanti allo stabile per assistere all’ arresto.
E’ altrettanto devastante il corollario in cui si consuma la gestualità, il movimento e la scena. L’uomo ostenta sicurezza, esplicita il suo carisma, incontrando sguardi e scambiando saluti. Tra i militari sarà prevalso anche il senso umanitario, ma la cornice entro cui si è snodata la vicenda dell’arresto, dimostra che ancora oggi permane una fascia sociale che pratica la sudditanza, la subordinazione al potere ‘ndranghitista che non crolla nemmeno in presenza delle eclatanti sconfitte.
La vicenda dimostra come ancora sia arduo il compito degli inquirenti, della magistratura sul versante della bonifica del malaffare condotto dalle mafie e alimentato da una mentalità che stenta ad essere annientata dalla società civile e democratica, dai tantissimi giovani moralmente sani, impegnati a contrastare le mafie e le regole che essa impone in spregio alla crescita umana e allo sviluppo del territorio.