Tergiversa, tenta di eludere il problema e non si rassegna al fatto che un organo esterno come l’Anticorruzione Nazionale abbia contestato diverse e preoccupanti anomalie procedurali rilevate dagli atti per l’ affidamento di un servizio pubblico ad una società esterna al Comune.
La minoranza consiliare, guidata da Ida Paola Cerenzia contesta fortemente il modus operandi della giunta comunale, a guida PD, accusata di non aver adempiuto fino ad oggi alle “richieste avanzate dall’ Anticorruzione Nazionale e contenute nel provvedimento conclusivo emesso dallo stesso organo terzo a conclusione dell’istruttoria avviata sulla delicata vicenda”.
L’opposizione consiliare stigmatizza, anche, la scelta, effettuata dall’esecutivo comunale, di affidare ad un legale esterno all’amministrazione il compito di esprimere un parere sulle conclusioni cui è pervenuta l’Anticorruzione Nazionale.
L’affidamento di un servizio pubblico a soggetti esterni – ricorda il gruppo consiliare di minoranza- rientra tra i compiti istituzionali del Consiglio comunale e non dell’esecutivo che motu proprio
senza averne facoltà ha proceduto ad affittare ad una società esterna l’edificio adibito ad asilo nido, senza tener conto del valore aggiuntivo relativo all’accreditamento ottenuto dalla Region
e Calabria per l’esercizio del servizio e senza tener conto del valore aggiuntivo dovuto all’arredamento dei locali.
Le contestazioni mosse dall’Anticorruzione al Comune vanno accolte e seguite senza se e senza ma perchè , ribadiscono dall’opposizione:
_provengono da un organo terzo il quale , prima di arrivare alle conclusioni, ha valutato atti, documenti e relazioni fornite dalla stessa Sindaca che si è avvalsa dai consigli legali del suo segretario comunale;
– la relazione fornita dalla Sindaca all’anticorruzione, in realtà conferma e non smentisce tutte le obiezioni mosse dalla minoranza prima che lo stesso organo Nazionale venisse coinvolto per esprimere un parere sugli atti consumati, ritenuti difformi alle norme sulla trasparenza, sugli appalti pubblici e al buon senso;
_ il voler mantenere lo status quo nuoce alla salute del bilancio comunale e di quello delle famiglie santostefanesi, costrette a pagare le rate del mutuo che il Comune ha contratto con la cassa depositi e prestiti per far fronte alle spese di costruzione dell’asilo Nido di Vallegiannó;
_ individuare altre somme per far fronte a spese legali inutili quanto infantili, é uno spreco di risorse visto che il Comune ha nel suo organico un Segretario comunale chiamato ad esprimere pareri legali sugli atti amministrativi.
L’opposizione consiliare accusa l’amministrazione comunale di non aver fornito alcuna risposta anche in ordine alle vicende giudiziarie in corso, relative in materia ambientale e ai reati ipotizzati riguardanti appunto il settore ambientale. La gravità in cui versa il territorio e l’ambiente a causa del sequestro preventivo degli impianti di depurazione delle acque reflue, avvenuto su direttive del Magistrato competente, inquieta le coscienze civili . Ancora ad oggi l’impianto di depurazione, situato in contrada Rigiromo, risulta da anni sottoposto a sequestro preventivo da parte della procura di Cosenza, così come risulta irrisolto ancora il problema del precario e quasi inesistente impianto di depurazione della contrada Vico.
Di recente, inoltre, sempre da parte degli inquirenti- carabinieri Forestali di Rogliano, si è proceduto a denunciare alla procura una ulteriore vicenda legata al mancato smaltimento di rifiuti speciali, giacenti nei pressi di un impianto polisportivo e provenienti dalla copertura dello stabile utilizzato a Palestra comunale.
A tutto ciò si aggiunge la mancata osservanza del parere espresso dal Ministero degli Interni richiesto sugli atti emanati dalla Sindaca relativi all’assegnazione di deleghe a consiglieri di maggioranza, annunciate nella prima seduta di insediamento del consiglio e definite successivamente incarichi. Tra le deleghe assegnate , contestate dalla minoranza sin dall’inizio, si annovera quella della polizia municipale, della PI, che figura assegnata anche ad un assessore dell’ente e perfino l’incarico di capo gruppo consiliare risulta compreso tra questi atti emanati in difformità della risposta fornita dal Ministero degli Interni al quesito posto dal gruppo Comune in Comune.
Il gruppo consiliare “Comune in Comune”, coordinato da Ida paola cerenzia e costituito dai consiglieri, Simona Mancuso e Franco Garofalo, ha richiesto al Prefetto di Cosenza un urgente incontro affinchè al Comune di Santo Stefano vengano ripristinate le regole della trasparenza, del rispetto dei ruoli istituzionali e della democrazia calpestati da un esecutivo votato al rifiuto dell’ascolto al rifiuto delle regole che regolano la vita istituzionali dell’ente. Il (mal) governo locale, a guida PD, – sottolineano i consiglieri di minoranza “ Comune in Comune” ha raggiunto il culmine del degrado politico non più tollerabile.