Con il Mercoledì delle Ceneri, la Chiesa cattolica inaugura il tempo della Quaresima, un periodo di quaranta giorni di preparazione alla Pasqua. Il rito dell’imposizione delle ceneri, che affonda le radici nella tradizione biblica e medievale, è ancora oggi molto sentito nelle comunità del Savuto e della provincia di Cosenza, dove si mescola con antichi usi popolari.
Tra riti liturgici e tradizioni locali

In molte parrocchie del territorio, la celebrazione delle Ceneri richiama un forte senso di penitenza e raccoglimento. Durante la messa, i sacerdoti tracciano una croce di cenere sulla fronte dei fedeli, ricordando la caducità della vita con le parole: “Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai”. Oltre alla partecipazione ai riti religiosi, nella cultura popolare calabrese il periodo quaresimale è scandito da tradizioni secolari, tra cui la suggestiva figura di Corajisima, ancora presente in alcuni borghi del catanzarese.
Corajisima: la vedova di Carnevale e il tempo della penitenza
Secondo un’antica usanza, dopo il martedì grasso e la “morte” di Re Carnevale, la notte delle Ceneri segna l’apparizione di Corajisima, simbolo della Quaresima. La bambola, realizzata con stoffe vecchie e appesa all’esterno delle abitazioni, raffigura una donna vestita a lutto, con un volto bianco e scavato per la fame. Alcuni paesi conservano l’usanza di spostarla ogni settimana fino alla Pasqua, mentre in alcune comunità arbëreshe si appendono sette bambole, una per ogni domenica quaresimale.
Un tempo di sacrificio e rinnovamento
Nella cultura contadina, Corajisima rappresentava non solo il periodo di digiuno e astinenza dalla carne, ma anche l’invito al sacrificio e alla riflessione. Si racconta che fosse una donna severa, pronta a punire chi trasgrediva il digiuno, e che le sue sette penne di gallina, fissate sulla bambola, servissero a scandire le settimane di penitenza fino al Sabato Santo.
Oggi, pur in una società dominata dalla digitalizzazione e dal consumismo, il Mercoledì delle Ceneri e le tradizioni legate alla Quaresima continuano a rappresentare un momento di riflessione e di ritorno alle radici spirituali. Mentre la pratica religiosa si rinnova, le tradizioni popolari, se pur con difficoltà e ridotte dimensioni, resistono nel tempo, contribuendo ad evidenziare la propria identità culturale ( La redazione)