Il Martedì Grasso nel Savuto: tradizioni e significati di una festa tra abbondanza e riflessione
Oggi, martedì 4 marzo, si celebra il Martedì Grasso, una delle giornate più simboliche del Carnevale, che segna la fine del periodo di festa e l’inizio della Quaresima. Ma perché si chiama “martedì grasso”? E quale significato si cela dietro a questa tradizione che coinvolge la cultura popolare del nostro Paese? Il termine “martedì grasso” ha origini legate alle antiche tradizioni del Carnevale, una festività che, nel contesto cristiano, precede il periodo di Quaresima. La parola “grasso”, infatti, non si riferisce tanto a un aspetto fisico, quanto al concetto di abbondanza ed eccesso. Questo giorno rappresenta l’ultimo momento di festeggiamenti e trasgressioni prima del rigore e della penitenza imposti dalla Quaresima, che comincia il giorno successivo, il Mercoledì delle Ceneri.
Storicamente, durante il Carnevale, la gente si dedicava ai piaceri della tavola, consumando cibi ricchi e abbondanti. Questo perché, con l’inizio della Quaresima, era necessario fare sacrifici, tra cui l’astinenza da cibi prelibati. Il “grasso” simboleggiava quindi l’ultima abbondanza prima del digiuno e delle rinunce. Le tradizioni del Carnevale, con i suoi banchetti, balli e maschere, erano un modo per esorcizzare il futuro rigore e divertirsi in vista della Quaresima. Nel comprensorio del Savuto, si conserva ancora, in alcuni borghi, la tradizione legata al Martedì Grasso che coinvolge una figura simbolica chiamata “u nannu” (il “nonno”). Questo personaggio, che incarna saggezza ma anche ironia, viene rappresentato in una bara come se fosse il protagonista di un funerale, simboleggiando la fine del Carnevale. Durante la processione, “u nannu” pronuncia parole ironiche e pungenti, mettendo in evidenza i difetti e le contraddizioni della società. Tuttavia, l’umorismo del personaggio è sempre ben accolto in quanto la figura del “nonno” rappresenta anche un rito di passaggio: seppellire simbolicamente il passato, con tutte le sue problematiche, per fare spazio a una nuova vita, in attesa dell’inizio della Quaresima.
In definitiva, il “martedì grasso” non è solo una giornata di festa, ma anche un momento di riflessione sul ciclo della vita. Esso segna la fine di un periodo di abbondanza e il passaggio a uno di maggiore sobrietà e introspezione. Le tradizioni legate a questa data, dalla consumazione dei cibi più ricchi al rito di “u nannu”, testimoniano come il Carnevale sia anche una celebrazione simbolica di un cambiamento stagionale e spirituale. A questa data, infatti, si concludono i festeggiamenti, le sfilate di carri allegorici e i costumi sfavillanti, mentre nelle case si consumano piatti tradizionali e dolci tipici, come le chiacchiere, i crostoli e le frittelle, simbolo di un ultimo e festoso eccesso prima del periodo di digiuno.

Concludiamo questo Martedì Grasso 2025 con un omaggio alle tradizioni che ci ricordano il valore del ciclo della vita e la bellezza di vivere ogni momento con consapevolezza, fino al prossimo inizio di un nuovo cammino