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Giuseppe Pizzuti: La Profonda Universalità dei Magi nell’Epifania

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Un viaggio attraverso il racconto evangelico e la tradizione cristiana, per riflettere sul significato simbolico e universale della manifestazione divina al mondo.

L’articolo del prof. Giuseppe Pizzuti ci invita a riflettere su uno dei momenti più affascinanti e carichi di significato del racconto evangelico: l’arrivo dei Magi al cospetto di Gesù Bambino. Matteo descrive questi misteriosi visitatori come esperti di stelle provenienti dall’Oriente, ma lascia volutamente indefinite molte informazioni, come il loro numero e i loro nomi, aprendo la strada alla ricca tradizione cristiana che si è sviluppata nei secoli. Secondo il Vangelo, i Magi furono guidati da una stella che li condusse prima a Gerusalemme, dove interagirono con il re Erode, e poi a Betlemme, dove incontrarono il Bambino e gli offrirono i loro celebri doni: oro, incenso e mirra. Dopo aver ricevuto in sogno l’avvertimento di non tornare da Erode, fecero ritorno al loro Paese seguendo una via diversa. La narrazione evangelica si interrompe qui, ma la tradizione cristiana ha arricchito la figura dei Magi: li ha identificati come re, assegnando loro i nomi di Melchiorre, Baldassarre e Gaspare, e attribuendo loro etnie diverse. Questa rappresentazione simbolica sottolinea il messaggio universale della salvezza portata da Cristo, che abbraccia tutti i popoli e continenti conosciuti. L’Epifania, oggi riconosciuta come una delle principali solennità del calendario liturgico, non si limita a celebrare la visita dei Magi, ma invita a meditare sul mistero di un Dio che si manifesta al mondo intero. Si riporta di seguito l’articolo integrale inviatoci dal prof. Giuseppe Pizzuti, che ringraziamo e cordialmente salutiamo.

FESTE LITURGICHE/GENNAIO: EPIFANIA
di Giuseppe Pizzuti

L’Epifania viene celebrata il 6 gennaio. Ricorda i Magi, che vennero da
Oriente per salutare Gesù e portargli in dono oro, incenso e mirra. Un
incontro che tutti i fedeli ricordano e festeggiano come solennità.
Il senso profondo di questa solennità sta proprio nell’incontro tra il
Bambinello e questi uomini: è la manifestazione (questo il significato di
“epifania” in greco) del Signore al Mondo, che a sua volta viene a rendergli
omaggio (ciò che fanno i Magi, appunto).
Dei Magi abbiamo poche notizie, perché lo stesso “Vangelo” di Matteo
(l’unico a parlarne) parla di loro in modo sintetico.

L’evangelista dice che erano esperti di stelle, arrivavano dall’Oriente e a
Gesù portarono i loro doni. Matteo non dice né quanti fossero, né i loro
nomi.
Sappiamo che arrivarono a Gerusalemme guidati da una stella (“Dicevano:
“Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua
stella e siamo venuti ad adorarlo”), che Erode, re dei Giudei, tentò di usarli
per trovare il Bambino (“Allora Erode li inviò a Betlemme, dicendo: Andate
e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato,
fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo”), che i Magi trovarono
il Bambino (“Si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli
offrirono in dono oro, incenso e mirra”) e che, avvertiti in sogno di non
tornare da Erode, fecero ritorno al loro Paese per un’altra strada…
Da questo momento i Magi spariscono dal “Vangelo”. E’ stata la tradizione
cristiana a dirci, poi, che erano re, erano tre (forse in base al numero dei
doni) e si chiamavano Melchiorre, Baldassarre e Gaspare. E le loro etnie
diverse (uno bianco, uno arabo e uno nero) indicherebbero che la missione
salvifica di Gesù è rivolta a tutti i continenti del mondo allora conosciuti.
Oggi l’Epifania, assieme al Natale, alla Pasqua, all’Ascensione e alla
Pentecoste, è una delle solennità più importanti dell’anno liturgico ed è
quindi istituita come festa di precetto.

Giuseppe Pizzuti