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Protesta dei lavoratori della rete idrica calabrese: annunciato sit-in a Catanzaro

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Proclamato lo stato di agitazione

I lavoratori edili e metalmeccanici del servizio di gestione della rete idrica calabrese, insieme alle segreterie sindacali di Fiom Cgil Calabria e Fillea Cgil Area Vasta, hanno proclamato lo stato di agitazione. La protesta è motivata dalle “incomprensibili attese, silenzi e mancato rispetto degli impegni” da parte della Regione Calabria, come emerso durante un’assemblea con i lavoratori. Le maestranze, che includono sia i dipendenti afferenti al protocollo di intesa PP.SS/Sorical/Regione Calabria del 2003 sia coloro che fanno parte dell’indotto storico, lamentano la mancata convocazione del tavolo sindacale richiesto da tempo. La vertenza mira all’internalizzazione delle maestranze residue nell’Ente Gestore del Servizio, una misura considerata urgente per fronteggiare la cronica carenza di organico e garantire una gestione più efficiente del servizio idrico.

La voce dei sindacati
«È fondamentale riallacciare l’interlocuzione avviata nel mese di luglio – dichiarano i rappresentanti sindacali – per completare i lavori del tavolo tecnico e avviare le procedure necessarie all’internalizzazione. La situazione attuale non solo grava sui lavoratori, ma crea disagi crescenti per i cittadini calabresi, che si trovano a fronteggiare problemi sempre più frequenti nella gestione del servizio idrico».Protesta annunciata il 28 novembre
Qualora la Regione Calabria continuasse a ignorare le richieste di incontro, i sindacati hanno annunciato un sit-in di protesta il prossimo 28 novembre presso il piazzale della Cittadella Regionale a Catanzaro.
L’iniziativa punta a sollecitare un intervento immediato da parte dell’amministrazione regionale per affrontare le criticità segnalate e dare risposte concrete ai lavoratori.

La mobilitazione continua
I segretari generali delle sigle sindacali, Emanuele Scalzo (Fillea Cgil Area Vasta) e Umberto Calabrone (Fiom Cgil Calabria), ribadiscono che il rispetto degli impegni è imprescindibile per il futuro dei lavoratori e per la qualità del servizio pubblico. La mobilitazione resterà in piedi finché non saranno ottenute risposte soddisfacenti.