Un’unica identità per una nuova prospettiva di sviluppo, autonomia e protagonismo territoriale
Nel saggio che segue, il prof. Eugenio Maria Gallo offre una riflessione filosofica e storica sulla fusione dei Comuni nella Valle del Savuto. Ispirandosi al concetto di “Geist” di Herder e Hegel, Gallo sostiene che un’identità territoriale unificata non solo rafforzerebbe il legame tra le comunità della Valle, ma favorirebbe anche una visione coesa e un futuro sostenibile per il territorio. Egli promuove l’idea di un nuovo Comune capace di valorizzare le risorse locali, costruendo un dialogo tra amministrazioni e cittadini per riappropriarsi del diritto di scelta, prima che decisioni vengano prese da altre istituzioni.
PERCHE’ DICO SI ALLA FUSIONE DEI COMUNI di Eugenio Maria Gallo
C’è una filosofia nella vita dei territori e dei popoli che si lega, in pieno, alla realtà che li identifica. Questo mi piace dire e sottolineare, subito, nel cercare di proporre le mie osservazioni sul tema della fusione dei comuni della Valle del Savuto. Questa filosofia, di cui dicevo dianzi, sulle linee del pensiero del filosofo Herder, identifica il geist (spirito, che si può anche identificare con l’anima identitaria) d’un popolo nella realtà d’un territorio. Da tempo immemorabile, parlare o scrivere dei paesi e delle comunità della nostra Valle, significa identificarli col territorio del Savuto. Dico col territorio, non con una parte piccola o grande, della Valle del Savuto. Il Savuto è, per il nostro territorio, il centro aggregante dei nostri paesi e, quasi in un fondante mito delle origini, è il grande fiume da cui noi proveniamo e in cui ci identifichiamo insieme con tutto il territorio, un territorio che deve riappropriarsi della propria storia e deve ritornare ad esserne protagonista. Proprio in questa direzione, fuori da ogni forma di particolarismo, io dico “sì” alla fusione dei paesi della nostra Valle in un grande unico centro che dovrà prendersi cura del futuro del territorio del Savuto e della sua comunità. E dico “sua comunità” non “sue comunità” perché, per me, la comunità della Valle del Savuto è una come, del resto, lo è sempre stata. Questa è la prima ragione per la quale dico “sì” alla fusione. Io, che fra l’altro vengo da un paese che non è del territorio, da sempre vedo la Valle del Savuto come un’unica realtà, con un unico “geist” o Volksgeist (il copyright di quest’ultima voce è di Hegel), cioé come un’unica realtà umana e territoriale che proviene dalla stessa terra e dalla stessa storia. Se uguali sono le radici perché, allora, continuare a dividerci in tanti centri particolari e non trovare invece le condizioni di fondo per unirci in quella che, da sempre, è comunque la nostra dimensione comune? E questa è la seconda ragione che mi spinge a dire “sì” alla fusione. Ora, però, uscendo dalle coordinate d’una misura filosofico e storica o, meglio, di filosofia della storia, e portandomi sul piano della realtà e della storia che viviamo e che facciamo (in fondo è sempre il popolo il protagonoista della propria storia), sento il dovere di sottolineare che proprio questi anni, che stiamo vivendo, sono anni fondamentali per quel che dovrà essere il futuro non di questo o di quel paese o paesino, ma di tutto il territorio del Savuto. Questo futuro, che è anche il futuro ed il destino di ciascuno di noi e della comunità, dovremo essere noi a disegnarlo. E, secondo me, è un futuro che dovremo vivere insieme, uniti da Pianolago fino a tutta la restante parte del territorio del Savuto, verso Sud, perché è verso Sud il nostro futuro. E dovremo farlo progettando e costruendo, a partire dagli Enti, dagli Istituti e dalle realtà presenti, in modo particolare le attività economico- commerciali di Pianolago. Con queste ultime dovranno interagire le varie realtà imprenditoriali del territorio, in direzione di una catena di filiere produttive, con le quali si dovranno rapportare le realtà economiche di Pianolago e quelle del territorio relativo allo svincolo autostradale di Altilia- Grimaldi. Un disegno del genere, tuttavia, perché possa sorgere ed avere senso, necessita d’un disegno amministrativo di indirizzo che risponda ad un unico Comune, che ne colga il significato e ne garantisca la realizzazione nel ripetto storico- culturale ed economico- vocazionale di tutto il tessuto territoriale. Questa è la terza ragione che mi spinge a sollecitare la fusione dei Comuni della nostra Valle in un unico grande Comune che si muova lungo le linee tracciate dall’antica Comunità Montana che, comunque, consapevolmente o no, aveva anche questa funnzione, anticipando in merito il discorso su cui stiamo dibattendo in questi giorni. Ciò significherebbe non solo il rilancio economico- occupazionale della Valle del Savuto, ma anche il rilancio della politica in termini di forza sul piano delle trattative con gli Enti interessati al Governo della realtà più ampia, di cui fa parte il territorio, e anche sul piano della qualità della politica. E tutto ciò nell’ottica d’un rilancio concreto che restituisca al territorio del Savuto un ruolo da protagonista, un ruolo che in passato ha avuto una sua importanza ed una sua funzione. Questa è la quarta ragione che mi fa propendere per il “sì” alla fusione. Infine, mi piace ricordare e sottolineare che, ormai, il discorso delle varie Istituzioni volge verso questo tipo di cammino unitario, dal quale dovrà venir fuori, in un futuro poi non tanto lontano, un nuovo organismo amministrativo, una nuova realtà comunale di più ampio respiro. Sono ormai questi gli intendimenti di idee e di indirizzo, che non solo in alcuni territori sono ormai una realtà, ma addirittura, per altri comprensori, sono auspicati e, fra l’altro non tanto tacitamente, sono richiesti e sollecitati. Il rischio concreto, che si corre, è che se non lo faremo noi, lo potrebbero anche fare dall’alto. Riprendiamoci, allora, il nostro diritto di iniziativa e di scelta e, prima che la fusione ci venga calata dal vertice, facciamola sorgere dal basso, secondo le linee di confine e i gli indirizzi di sviluppo e di realizzazione che, come cittadini, ci riguardano e ci interessano. E questa è la quinta ragione per la quale dico “sì”. Lo faremo? Spero proprio di sì perché proprio da questo dipendono il nostro futuro e la possibilità, per il territorio del Savuto, di tornare ad essere protagonista anche in politica.
Eugenio Maria Gallo