Insediato il Comitato promotore: un’urgenza condivisa per valorizzare risorse e potenzialità dei Comuni coinvolti, in risposta alle sfide della società globalizzata
Il progetto del Comune Unico del Savuto sta finalmente prendendo forma, un’idea che affonda le sue radici nel passato ma che oggi trova nuova forza grazie all’impegno bipartisan delle diverse comunità locali. La maggioranza della popolazione sembra credere fortemente in questo progetto, vedendolo come una risposta concreta e urgente alle sfide poste dalla globalizzazione e dal declino dei piccoli Comuni.
Ieri, nella splendida cornice del Palazzo Parisio a Santo Stefano di Rogliano, si è ufficialmente insediato il Comitato promotore del Comune Unico del Comprensorio del Savuto, così chiamato perché attraversato dall’omonimo fiume, celebre per i suoi ponti romani e le bellezze naturalistiche. Il Comitato, composto da imprenditori, giornalisti, esponenti della cultura, del sindacato e delle associazioni locali, ha già redatto un programma di attività a breve termine, che stabilisce le linee guida per un percorso di inclusione. Questo coinvolge tutti gli enti locali non solo a livello amministrativo, ma anche economico e culturale. L’obiettivo è valorizzare le risorse, l’arte e i talenti di ogni Comune, che si trovano a sud della Città Bruzia (Cosenza), la quale guarda con interesse all’ipotesi di aggregazione dei Comuni di Rende e Castrolibero.
I lavori del Comitato sono stati aperti da Luigi Michele Perri, giornalista, e Ida Paola Cerenzia, coordinatrice del gruppo Sviluppo Savuto. Perri ha introdotto l’importanza strategica del progetto per il futuro del territorio, mentre Cerenzia ha sottolineato come i tempi siano maturi per avviare un percorso condiviso e inclusivo, invitando i cittadini e le associazioni a partecipare attivamente.
Gli interventi
- Roberto Castagna, ha evidenziato come il processo di fusione sia inevitabile, ponendo l’accento sui vantaggi territoriali per contrastare lo spopolamento dei piccoli Comuni.
- Vincenzo Arnone, ha sottolineato la necessità di favorire una maggiore conoscenza del territorio e ha citato come esempio virtuoso la fusione del Comune di Casali del Manco e non solo.
- Giuseppe Altomare, ha richiamato l’attenzione sull’importanza di infrastrutture condivise, come ospedali e scuole, e su come la frammentazione indebolisca la capacità di ciascun Comune di ottenere risorse sufficienti.
- Eugenio Maria Gallo, ha immaginato un futuro in cui la città di Cosenza si espanda fino a inglobare la valle del Savuto, avvertendo che senza un’azione coordinata, la zona rischia di diventare solo un insieme di “case sparse”.
- Michele Turco, ha proposto una visione interessante su come anche Comuni più distanti, come Grimaldi, possano trarre vantaggio dalla fusione.
- Pino Albo, , ha tracciato un excursus sugli sforzi cooperativi del passato tra i Comuni, invitando a procedere rapidamente e con uno spirito bipartisan.
L’intervento conclusivo è stato di Francesco Garofalo, che ha ribadito come la fusione non sia solo una moderna concezione politico-istituzionale, ma soprattutto una necessità antropologica e sociologica. Garofalo ha posto l’accento sul recupero dei borghi “agonizzanti” e sulla creazione di un sistema di sviluppo autopropulsivo.
Tra i presenti vi erano anche personalità di rilievo come Giuseppe Pizzuti, Alfonso Casale, Nini Ponterio, Luca Perri, Luca Giuliani, Carmelo Altomare i quali hanno supportato l’iniziativa con la loro esperienza e competenze.
Il dibattito ha confermato che la fusione dei Comuni del savuto è profondamente radicata nella coscienza collettiva, vedendola come una soluzione concreta per superare le crisi che affliggono le piccole comunità. Il percorso tracciato sarà oggetto di ulteriori discussioni con altre associazioni territoriali, e a breve è previsto un incontro con il Comitato coordinato da Piero Minutolo, promotore della fusione dei Comuni di Cosenza