Domani, sabato e domenica 13 ottobre si terrà la tredicesima edizione
Longobucco, Campo Calabro e Francavilla Angitola protagonisti di un weekend dedicato al patrimonio storico e naturale della regione. Sabato 12 e domenica 13 ottobre 2024 si terrà la tredicesima edizione delle Giornate FAI d’Autunno, un evento di due giorni promosso dal Fondo per l’Ambiente Italiano (FAI), volto a valorizzare il ricco patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese. In Calabria, questa edizione offrirà la possibilità di scoprire alcuni dei luoghi più affascinanti della regione.
A Longobucco, nel cuore del suo centro storico, sarà aperto al pubblico il Museo della ginestra, della lana e della seta “Eugenio Celestino”. Il museo, distribuito su più piani, propone un viaggio nella tradizione artigianale locale. Al piano terra, i visitatori potranno ammirare una collezione di pregiati manufatti, fotografie e documenti che raccontano la storia dell’arte tessile; al primo piano, invece, si trovano la bottega storica e i laboratori con i caratteristici telai in legno. Il terzo livello ospita una mostra di disegni originali e lavorazioni contemporanee, che evidenziano l’evoluzione di questa antica arte.
A Campo Calabro, sarà possibile visitare Poggio Pignatelli, un sito situato all’interno dell’area naturale protetta ZPS – Zona di Protezione Speciale Costa Viola, riconosciuta di interesse pubblico e sottoposta a tutela paesaggistica dal Ministero della Cultura. Qui si trova un forte di epoca post-unitaria, parte delle “Fortificazioni umbertine”, un vasto piano di difesa del neonato Stato italiano che prevedeva la costruzione di numerose fortificazioni in Calabria e Sicilia per proteggere lo Stretto di Messina.
Infine, a Francavilla Angitola, a breve distanza dall’Oasi WWF del Lago Angitola, i visitatori potranno esplorare il borgo che si erge tra i torrenti Fiumicello/Pirricchio e Talagone/Fischia. Il paese, fondato tra il X e l’XI secolo, fu il risultato dell’unione di antichi casali e faceva parte della strategia militare normanna volta a controllare le coste e l’entroterra calabrese attraverso una serie di fortificazioni, tra cui il castello, le mura e le torri difensive.