Tema “Usa il cuore per l’azione“
Oggi, 29 settembre 2024, si celebra la Giornata Mondiale del Cuore. La Presidenza del Consiglio dei Ministri ha aderito all’iniziativa, illuminando di rosso la facciata di Palazzo Chigi, in linea con il tema “Usa il cuore per l’azione” promosso dalla World Heart Association per il biennio 2024-2026. Lo scopo è sensibilizzare le persone a prendersi cura della propria salute cardiovascolare e spingere i leader mondiali a non ignorare il problema delle malattie cardiovascolari.
Queste patologie, che comprendono malattie ischemiche del cuore e cerebrovascolari, rappresentano la prima causa di morte nel nostro Paese con il 30,8% dei decessi nel 2021. Tuttavia, negli ultimi cinque anni (2017-2021) si è registrata una riduzione della mortalità del 12%, con un calo significativo del 16,9% per le malattie ischemiche e del 15,4% per le malattie cerebrovascolari. Questo risultato è stato ottenuto grazie ai progressi nella prevenzione, nelle cure e nei trattamenti.
Le malattie cardiovascolari colpiscono prevalentemente gli uomini a partire dai 40 anni e le donne dai 60. L’invecchiamento della popolazione comporta un aumento della prevalenza di queste patologie croniche, richiedendo un crescente impegno da parte del Sistema Sanitario Nazionale.
La buona notizia è che molte malattie cardiovascolari sono prevenibili. Semplici accorgimenti come una dieta equilibrata, attività fisica regolare e l’eliminazione del fumo possono aiutare a mantenere la pressione sanguigna, il colesterolo e il peso corporeo sotto controllo. Parallelamente ai trattamenti medici, è aumentata la consapevolezza dell’importanza di stili di vita sani per prevenire o ritardare l’insorgenza di queste malattie.
Il Progetto CUORE, condotto dall’Istituto Superiore di Sanità, monitora lo stato di salute della popolazione italiana, analizzando fattori di rischio come la pressione arteriosa e l’indice di massa corporea. I dati del 2018-2019 hanno evidenziato una riduzione della pressione arteriosa media negli uomini (da 136/86 mmHg nel 1998 a 132/78 mmHg nel 2019) e nelle donne (da 132/82 mmHg a 122/73 mmHg). Anche l’assunzione di sale giornaliero è diminuita, passando da 10,8 g a 9,5 g negli uomini e da 8,3 g a 7,2 g nelle donne in dieci anni.
Infine, i dati preliminari del 2023-2024 indicano una stabilità nel consumo di sale rispetto agli anni precedenti e confermano l’importanza di controlli regolari per tenere sotto controllo i principali fattori di rischio, come obesità, diabete e ipertensione.