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Dopo Pandemia, “meno anziani, più figli, più crisi economica, più “fede” per i social e la rete…” di Francesco Garofalo ( sociologo)

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Come qualsiasi fatto sociale esiste un inizio ed una fine. Anche l’incubo Coronavirus terminerà e solo alla fine  dei suoi effetti potrà essere tracciato un bilancio  di ciò che è stato, del potere che ha esercitato sui comportamenti esterni ed interni all’uomo e nelle  comunità interessate. Si potrà comprendere realmente   l’ influenza che ha esercitato questo sconosciuto  microorganismo, venuto da lontano per modificare l’agire e le interazioni umane  sviluppate e affermate nei contesti culturali del nostro Paese. Non sarà solo un bilancio dei decessi mietuti, delle sofferenze patite, delle rinunce registrate, ma sarà la conclusione anche di un modo di pensare, di concepire la vita in modo diverso, di essere e di stare insieme.

Terminerà e alla fine, come ogni conclusione  di qualsiasi conflitto che ha toccato le coscienze dei singoli e delle comunità, che ha fatto vibrare le primarie emozioni, che ha inciso a rivedere attitudini  per difendersi dal nemico invisibile ma subdolo, le comunità saranno predisposte a secernere maggiori stimoli di  amicizia e solidarietà.

L’uomo sarà  di più predisposto a comprendere e sentirsi vicino al proprio simile. Cederà un po’ del suo egoismo, del suo sentirsi onnipotente  messo a dura prova dall’agente  invisibile, protagonista della terribile infezione umana e sociale. Il Coronavirus  è  penetrato in ciascuno di Noi,  in forma reale o comunque  in forma irreale. Ha colpito tutti gli esseri nella mente prima ancora che nel corpo. Anche colui che non si è infettato ha dovuto fare i conti  con questo minaccia che ha creato allarme, che ha limitato le libertà individuali,  che ha messo in crisi il sistema sanitario, che ha creato emergenze, spronato  appelli e  mobilitato il mondo della scienza in cerca di cure e  antidoti per bloccare la sua virulenza e rendere innocua la sua aggressività.

L’uomo ha delle capacità straordinarie  e nel corso della storia ha saputo  inventare di tutto e di più, ha imparato a vincere malattie ancor   più terribili, ha scoperto come trasformare  l’energia del sole in energia elettrica o termica, fornendo luce e calore  anche quando all’esterno c’è il buio. Anche questa volta uscirà  dal tunnel e questo periodo   di quarantena che avrà pure   ridotto le nostre libertà, allontanato le relazioni faccia a faccia, incrementando quelle virtuali,  avrà contribuito a mettere qualche etto nel girovita, ma avrà contribuito anche a migliorare e rinnovare un modo di essere e di relazionarsi  con se stessi e   l’ambiente sociale e naturale. Ha accentuato l’intimità e alimentato di più gli affetti dei congiunti.

Sarà una società desiderosa di riformare i sistemi che hanno dato esiti insoddisfacenti ai bisogni, avrà nel suo seno meno risorse esperienziali, meno attempati, più bambini, più voglia di andare avanti. Sarà più grata alla rete, ad internet  e alla tecnologia avanzata. Si porterà dietro i problemi della profonda crisi economica, spronando alla rinascita e alla ripresa con investimenti e piani di sviluppo. Si ameranno di più i social, che hanno garantito nel perido di quarantena, nel perido del rispetto delle distanze socio-comunicative,  una socialità diversa ma altrettanto significativa e rilevante sul piano culturale e della crescita civile.

La quarantena adottata sarà stata anche una privazione delle libertà individuali, avrà  allungato le distanze sociali ma avrà contribuito a ridurre le distanze tra i coniugi, avvicinandoli,  spronando  desideri e piaceri che daranno vita a nuovi esseri per compensare le mortalità e le sofferenze dell’epidemia anzi della Pandemia, parola che oggi già dovrebbe essere utilizzata dal momento che il virus ha invaso l’intero pianeta, interessando tutti i Paesi.  Non saranno le Alpi,  i mari ed i cieli a fermare la  nocività del Conavid-19. Sarà ancora l’uomo, la scienza, la tecnologia a fornire la risposta e la società continuerà ad essere legata alla precedente con un susseguirsi di eventi piacevoli e morbosi che caratterizzeranno le varie epoche ed i vari rapporti relazionali.( Francesco Garofalo- sociologo-  francogarofalo1@gmail.com)