Nel 2019, durante la 75ª Assemblea Generale delle Nazioni Unite, è stata approvata una risoluzione che ha istituito il 22 agosto come la “Giornata internazionale di commemorazione delle vittime di atti di violenza basati sul credo religioso”. Questa giornata, carica di significato, è un momento cruciale per riflettere sulle sfide e sulle sofferenze che ancora affliggono molte comunità nel mondo, spesso emarginate e perseguitate per la loro fede o le loro convinzioni.
La risoluzione condanna con forza tutti gli atti di violenza perpetrati contro individui a causa delle loro convinzioni religiose, estendendo questa condanna anche agli attacchi contro strutture come abitazioni, attività commerciali, scuole, centri culturali e, in particolare, luoghi di culto, siti religiosi e santuari. Tali atti di violenza non sono semplicemente un’aggressione contro individui o edifici, ma rappresentano un tentativo deliberato di colpire l’identità, la cultura e la dignità di intere comunità.
In un contesto mondiale segnato da conflitti che spesso vedono radicarsi odi religiosi o sfruttamenti delle differenze di fede per giustificare la violenza, questa Giornata acquisisce un’importanza ancora più rilevante. Nonostante i progressi compiuti nel campo dei diritti umani, persistono discriminazioni religiose su vasta scala, che sfociano non solo in attacchi terroristici, ma anche in episodi di intolleranza quotidiana, persecuzioni sistematiche e negazione delle libertà fondamentali.
La risoluzione ONU A/RES/73/296 riafferma in modo inequivocabile la condanna di ogni forma di violenza e terrorismo rivolti contro persone appartenenti a minoranze religiose. Inoltre, ribadisce che il terrorismo e l’estremismo violento, in tutte le loro forme e manifestazioni, non possono né devono essere associati a nessuna religione, nazionalità, civiltà o gruppo etnico. Questo principio è fondamentale per evitare che le religioni vengano strumentalizzate come pretesto per giustificare atti di barbarie e violenza.
In un’epoca in cui la diversità culturale e religiosa dovrebbe essere vista come una ricchezza e non come una minaccia, è essenziale sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della tolleranza e del rispetto reciproco. Celebrare questa Giornata significa anche richiamare i governi e le istituzioni a responsabilità, affinché promuovano la libertà di credo e proteggano le minoranze religiose da ogni forma di oppressione.
Alla luce dei conflitti in corso e delle crescenti tensioni religiose in varie parti del mondo, questa giornata internazionale rappresenta non solo un momento di commemorazione delle vittime, ma anche un’occasione per rafforzare l’impegno globale nella costruzione di società più giuste, inclusive e pacifiche, dove la fede di ciascuno possa essere espressa liberamente senza paura di discriminazioni o violenze.