Quarantena, ordinanze, bollettini, precauzioni..parole che tuonano nella coscienza collettiva impegnata a sfuggire agli effetti della epidemia-pandemia, a volte annunciata con toni sdrammatizzanti a volte, invece, con toni dirompenti a seconda la fonte culturale da cui nasce la notizia. Alla fine, perchè comunque, una fine ci sarã, potrã essere redatto un bilancio sulle conseguenze umane e psicologiche prodotte nel sistema delle relazioni sociali, ecomiche e culturali. Le vicende, i fatti che si stanno verificando dimostrano che forse si poteva arginare il fenomeno se da parte delle istituzioni ci fosse stata una immediata presa di coscienza, attuando subito programmi di prevenzione e misure idonee a contenere la diffusione del virus. Non serve a nulla, oggi, riflettere su questi aspetti. L’ era del Coronavirus ha aperto senza dubbi una finestra sul mondo globale, ha avviato una riflessione su quanta sia fragile l’ esistenza umana, oggi, forse piü che ieri nell’ era del Villaggio globale. Quanto il comportamento del singolo sia importante per il benessere e la vita dell’ altro, quanto amore e solitudine siano due facce importanti del vivere in comunitã, quanto la responsabilitã dell’ uno incida sulla libertã dell’ altro, quanto il bisogno di comunicare sia importante per far superare gli o stacoli all’ espressione di sè,quanto sia importante la forza della mente per superare le barriere dei pregiudizi e delle pandemie.
È difficile accettare le fragilitã in un mondo in cui l’ onnipotenza tecnologica e la supponenza del potere pervadono le relazioni umane e sociali. È arduo accettare la fragilitã umana quando le immagini ed i modelli che si propongono sono improntati sul valore della forza del potere di fare e disfare senza rispettare regole e persone. È difficile a volte impossibile.Ma è sufficiente un’ epidemia, uno sguardo nell’ incognito per comprendere come l’ uomo sia debole, sia fragile al cospetto di queste imprevedibili vicende; vicende che saranno destinate a lasciare un segno tangibile, comunque, sul futuro agire delle persone, appartenenti ad una societã sempre piú globalizzata e sempre piú vulnerabile nel condividere il progresso ma difficile a condividere le sofferenze che essa propone come espressione identitaria, voluta e creata dall’ uomo stesso. ( Franco Garofalo)
Home Attualità Epidemia e fragilità umane. Uno sguardo nell’incognito per compredere la debolezza dell’uomo