Sempre più Comuni vedono una sola lista di candidati, compromettendo il ruolo cruciale delle minoranze nel garantire controllo e partecipazione attiva.
Elogio sincero a quanti, nelle vesti di candidati a Sindaco e candidati consiglieri comunali, hanno accettato la sfida di mettersi in gioco per servire le proprie comunità, pur consapevoli della possibilità di non ottenere, da parte degli elettori, consensi tali da poter conquistare le stanze dei bottoni. A costoro dovrebbe andare il plauso e il riconoscimento di tutti coloro che credono nel valore della democrazia e della partecipazione. Anche se coscienti di “perdere”, non si sono tirati indietro e desiderano contribuire, nelle vesti di consiglieri di minoranza, a svolgere un ruolo attivo e propositivo nelle istituzioni che, ricordiamo, appartengono a tutti e sono espressioni di uno Stato che fonda le sue radici nella Carta Costituzionale e nel rispetto delle autonomie locali.
In base a questi principi, il Comune, – ricordiamo- fornito di autonomia statutaria, è dotato, nell’ambito dei principi fissati dalla legge, di norme fondamentali che riguardano l’organizzazione del Comune. Questo Statuto specifica le attribuzioni degli organi, le forme di garanzia e di partecipazione delle minoranze, l’ordinamento degli uffici e dei servizi pubblici, le forme di collaborazione tra Comuni, la partecipazione popolare, l’accesso dei cittadini alle informazioni e ai procedimenti amministrativi.
A tutti coloro che, coscienti di non ottenere un risultato positivo in termini numerici, hanno messo la faccia, la professione e l’impegno a fornire idee, programmi e iniziative per tentare di migliorare le proprie comunità, va riconosciuto il merito di aver “già vinto” una battaglia di civiltà. Una battaglia che si fonda nel rispetto del pluralismo democratico, della partecipazione, della trasparenza e del rispetto delle norme che stanno alla base del vivere insieme. Abbiamo sempre ribadito il concetto che la libertà, la trasparenza e il rispetto della legalità iniziano dalle piccole comunità, dal modo in cui si governa un piccolo Comune, dal modo in cui vengono utilizzate le risorse pubbliche che, proprio perché definite risorse pubbliche, appartengono a tutta la comunità. Ogni soldo speso male è un danno che si perpetra nei confronti del cittadino e delle famiglie, le quali, oggi più che mai, sono portatrici di nuove istanze e bisogni ai quali le istituzioni devono fornire risposte concrete e non parolaie e inconcludenti.
Lode quindi a quanti, spogliati di imbarazzo e codardia, si spendono per migliorare la vita pubblica locale, mantenendo distinti sempre i ruoli attribuiti alla maggioranza e alle minoranze, destinate, ricordiamo sempre in uno Stato libero e democratico, a candidarsi a maggioranze nel rispetto dell’alternanza che garantisce all’ente locale la sua identità specifica, come espressione di appartenenza di tutti e non di pochi.
Un grosso in bocca al lupo a tutti i candidati, ricordando loro che l’urna non dà nulla per scontato fino alla sua definitiva apertura e alla conclusione degli scrutini. Ergo, le elezioni possono rivelare eclatanti sorprese, come la storia recente dimostra a ogni livello. Nulla quindi è dato per scontato e consolidato.
“In ogni sfida, anche nella sconfitta, si trovano le radici di grandi vittorie: non si perde mai quando si contribuisce al bene comune. ( La redazione)