Il 18 febbraio è dedicato alla Giornata Internazionale della Sindrome di Asperger, istituita in onore di Hans Asperger, che negli anni ’40 individuò questo quadro, con molte somiglianze all’autismo.
In base alle nuove classificazioni scientifiche, la sindrome di Asperger non viene più considerata come una condizione separata, ma è inclusa nei Disturbi dello Spettro Autistico, condividendo le difficoltà comunicative e socio-affettive e gli interessi ristretti e ripetitivi.
Si caratterizza per una minore gravità complessiva, con buone capacità cognitive e linguistiche ma con una mancanza di comprensione delle regole della comunicazione sociale. Sono bambini, ragazzi e adulti che faticano a comprendere le emozioni degli altri e gli aspetti impliciti del linguaggio come doppi sensi e metafore. Posseggono un linguaggio spesso molto formale, ma atipico per tono o volume; interessi limitati che possono trasformarsi in iperfocus settoriali, motricità fine grossolana, rigidità nei comportamenti e nelle abitudini che possono sembrare strani o compulsivi.
Le persone con Sindrome di Asperger possono trovare difficile interpretare segnali sociali ed emotivi. Spesso mostrano un interesse eccessivo e concentrato su un unico tema, di solito atipico per età e sviluppo. Hanno spesso difficoltà a mantenere il contatto visivo e si attengono a una routine molto rigida. Riconoscere precocemente questa condizione è importante per affrontare le difficoltà e offrire supporto dove necessario.
Le maggiori sfide si presentano solitamente durante la preadolescenza e l’adolescenza, quando le difficoltà nell’interazione sociale diventano più evidenti. Molti bambini riescono a mascherare le loro difficoltà sociali fino all’adolescenza, il che può ritardare la diagnosi.
Il rischio maggiore, legato alla rigidità comportamentale e alle difficoltà nell’interazione sociale, è l’isolamento sociale con le conseguenze che ne derivano.