E’ possibile intercettare e decodificare i segnali che provengono dalla corruzione? Lo spreco delle risorse, dei beni che appartengono a tutti esiste da sempre ed esisterà senza fine perché la sua esistenza non è connessa solo con il galoppante fenomeno corruttivo, ma risulta strettamente legato alla incompetenza professionale che permane nella Pubblica amministrazione, partendo dai piccoli Comuni privi di controlli e di scarsa partecipazione democratica.
Fin quando avremo nei posti di responsabilità, nei luoghi in cui si decide l’impegno delle risorse pubbliche, personale incapace, senza meriti e privi di ontologia professionale e umana, non possiamo pensare in un futuro migliore.
Lo spreco causato dalle incompetenze non a caso risulta essere maggiore della corruzione. Se poi i due fenomeni si sommano insieme allora si comprende e si giustifica il degrado economico e sociale in cui versa il nostro bel Paese e la nostra splendida terra di Calabria, sempre più invasa da avvoltoi preposti a fare razzie del bene pubblico.
Un sistema di questa natura non può che generare perfino diffidenza verso chi utilizza lo strumento della denuncia per tentare di bonificare e reprimere il malaffare: chi denuncia è visto come un soggetto diverso, un disturbatore, un diavolo. Non si condanna chi consuma il reato, ma si condanna chi denuncia l’ipotesi di reato.
In un sistema sociale di questo genere, dove alcune regole del vivere civile vengono messe in dubbio, dove la comunità non agisce per far rispettare i principi ed i valori ereditati dell’onestà e della trasparenza, ma finisce con l’accettare e giustificare perfino gli atti di inciviltà, di arroganza allora essa stessa (comunità) non può urlare allo scandalo e simultaneamente tollerare chi ha consumato il reato da sanzionare.
La qualificazione professionale e il controllo professionale di chi svolge attività nei diversi comparti della vita pubblica è un aspetto rilevante per ridurre i margini del malaffare.
Prevenire e contrastare i fenomeni pubblici richiede certamente srategie sistemiche. Per queste motivazioni ogni Regione dovrebbe dotarsi di un organismo che si occupi di prevenire la corruzione prima ancora che si consumi.
Un organismo in grado di agire per ridurre le opportunità che incentivano i casi di corruzione, avvalendosi di esperti che siano in grado di intercettare, attraverso l’analisi dei contratti, degli appalti…gli ambienti che favoriscono la corruzione. Individuare i punti deboli e intervenire con efficacia.
La repressione dei fenomeno corruttivi da sola non risolve il problema del malaffare se non è affiancata all’opera, al servizio professionale e al senso del dovere. Invocare l’intervento della Magistratura per fare pulizia è certamente importante, ma tutti Noi sappiamo che da sola essa riesce a far poco. Gli sprechi possono essere rallentati con la professionalità e con la scelta organizzativa, aggregando le gare. Ma bisogna stare attenti in quanto senza le idonee competenze professionali e morali si rischia l’aggregazioni della Tangenti, vero dramma del Paese reale in cui i controlli preventivi scarseggiano al pari della professionalità.( La redazione)