In occasione dell’apertura dell’anno scolastico, desideriamo esprimere i nostri più sinceri auguri di buon inizio delle attività didattiche a tutti gli studenti, docenti, personale ATA, dirigenti e alle famiglie. L’anno scolastico è un momento importante per la nostra comunità educativa, e ci auguriamo che sia un periodo ricco di apprendimento, crescita e successi per tutti.
In questa occasione, vogliamo anche riflettere su una questione critica che riguarda i piccoli Borghi del nostro Paese. Il crollo demografico e le norme vigenti hanno reso la chiusura delle scuole una situazione drammatica per molte comunità rurali. Non si tratta solo di una questione statistica; le aule si svuotano nei piccoli borghi mentre le scuole nelle grandi città diventano sovraffollate. Questo crea un paradosso con gravi conseguenze sulla qualità dell’istruzione e sulla fornitura dei servizi da parte delle autorità locali e provinciali.
Va notato che l’Italia non è fatta solo di “metropoli.” La nostra storia e cultura sono profondamente legate ai piccoli centri e ai paesi che punteggiano il nostro territorio. Questi luoghi, con le loro identità uniche, hanno contribuito per secoli alla nostra ricchezza sociale, economica e culturale. Tuttavia, spesso sono stati trascurati dalle politiche nazionali.
È incoraggiante notare che la letteratura scientifica sta affrontando questa problematica, e molte iniziative modello stanno cercando di rivitalizzare le aree interne d’Italia. Tuttavia, ciò di cui abbiamo ancora bisogno è un’intersezione strutturale tra queste esperienze concrete e gli studi sistematici. Dobbiamo evitare che anche i progetti più ben intenzionati finiscano per essere applicati senza una comprensione adeguata dei contesti locali.
L’organizzazione scolastica dovrebbe tener conto delle specificità di ciascuna comunità. Nei piccoli paesi, la scuola svolge un ruolo cruciale nella vita sociale, accanto ad altre istituzioni . Applicare criteri numerici e organizzativi uniformi a realtà diverse come nelle grandi Città è inefficace e dannoso.
Quando le scuole chiudono nei piccoli paesi, si innescano una serie di conseguenze negative. Le famiglie si allontanano, indebolendo ulteriormente le comunità, e questo colpisce soprattutto gli anziani, privati del sostegno delle nuove generazioni. Il risultato è lo spopolamento delle aree interne, con gravi ripercussioni sull’aspetto economico e sociale.
Per preservare la ricchezza e la diversità dell’Italia è importante individuare e adottare politiche attive ed economico-sociali mirate alle aree interne. Altrimenti, rischiamo di impoverire il nostro Paese, trasformandolo in un luogo in cui trionfano solo i grandi agglomerati, con i i Piccoli paesi ridotti a semplici scenari storici anziché comunità vitali. La presenza di scuole e di altre istituzioni sono essenziale per la vita delle comunità rurali, e bisogna fare tutto il possibile per mantenerle vive e prosperanti.(Fg)