Chi sono le vittime di sparizioni forzate? Sono persone che letteralmente vengono fatte scomparire dalle loro famiglie e dalle loro comunità. Vengono prelevate dalle loro case o in mezzo alla strada, in modo arbitrario e senza alcun mandato d’arresto, da funzionari dello stato o persone che operano col consenso di questi ultimi, i quali negano l’accaduto o rifiutano di dare informazioni. In alcuni casi le sparizioni chiamano in causa anche attori non statali, come i gruppi armati di opposizione.
Sovente le persone non vengono mai rilasciate e il loro destino rimane sconosciuto. In assenza di informazioni sulla loro ubicazione e nell’impossibilità di contattare un avvocato, molte vengono torturate. Altre vengono uccise o vivono in prigionia nel costante terrore di essere uccise. Sanno che le loro famiglie non hanno la minima idea di dove si trovino e che difficilmente troveranno aiuto da parte di qualcuno.
Anche quando scampano alla morte e vengono rilasciati, gli scomparsi portano con sé ferite fisiche e psicologiche difficilmente rimarginabili.
Le sparizioni forzate violano una vasta gamma di diritti: alla sicurezza e alla dignità della persona, a non essere sottoposti a torture e ad altri trattamenti o pene crudeli, inumani o degradanti, a condizioni umane di detenzione, alla personalità legale, a un processo equo, alla vita familiare e alla vita in quanto tale.
Diffondere terrore . Le sparizioni forzate vengono sovente usate per seminare terrore. La sensazione d’insicurezza e di paura che generano non si limita solo ai parenti stretti ma colpisce la comunità d’appartenenza e la società nel suo complesso. Una volta erano per lo più appannaggio di dittature militari. Oggi le sparizioni forzate hanno luogo in ogni parte del globo e in una pluralità di contesti: conflitti interni, repressione politica, attività di gruppi armati di opposizione. A rischiare sono soprattutto i difensori dei diritti umani, i parenti degli scomparsi che si mettono alla loro ricerca, i testimoni e gli avvocati per i diritti umani. I parenti e gli amici delle persone scomparse entrano a poco a poco in una dimensione mentale di pura angoscia: non sanno se i loro figli, i loro genitori, i loro coniugi o i loro amici siano ancora vivi, se e dove siano detenuti, come vengano trattati. La ricerca degli scomparsi può comportare gravi pericoli per i familiari. Inoltre questi ultimi, non sapendo se un giorno i loro cari torneranno, vivono in un tempo sospeso. Chi sono gli individui che maggiormente rischiano? A livello globale, gran parte degli scomparsi sono uomini. Ma sono le donne che molto spesso portano avanti la lotta per la verità, anche per mesi o per anni: per questo vanno incontro a intimidazioni, persecuzioni e atti di violenza. La Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalle sparizioni forzate è entrata in vigore nel 2010 con l’obiettivo di prevenire le sparizioni forzate, scoprire la verità su quelle del passato e assicurare che sopravvissuti e familiari degli scomparsi ricevano giustizia, verità e riparazione.
La Convenzione è uno dei più importanti e stringenti trattati internazionali mai adottati dalle Nazioni Unite. Definisce il crimine di sparizione forzata ed elenca le misure che lo stato deve assumere per prevenire le sparizioni forzate e indagare e processare i responsabili. L’attuazione della Convenzione è monitorata dal Comitato sulle sparizioni forzate, che riceve e valuta comunicazioni da parte di vittime, di loro rappresentanti legali e di stati terzi e fornisce l’interpretazione autentica delle disposizioni della Convenzione. Secondo il diritto internazionale,il crimine di sparizione forzata è in atto fino a quando lo stato non riveli il destino o la localizzazione delle persone coinvolte e fino a quando, dopo che la sparizione è stata confermata, non restituisca i resti dei corpi alle famiglie.
Giornata vittime sparizioni forzate: Mijatovic (Consiglio d’Europa), in Ucraina numero allarmante di persone fatte scomparire dalle truppe russe.