Dante Alighieri colloca gli adulatori nell’8 cerchio dell’inferno, quello degli ingannatori. Per il grande poeta l’adulazione è più grave di tutte le forme di violenza, superato solo dal tradimento. Ecco perché la pena degli adulatori consisteva nello stare immersi nello sterco fino al collo. Ieri come oggi? Come è cambiato il profilo dell’adulatore nella società tecnologica e avanzata? Diciamo subito che l’adulatore è una persona che cerca di ottenere il favore o la simpatia di qualcuno attraverso la lode esagerata e insincera. Per ottenere compiacenza utilizza e ricorre ad argomentazioni non proprie ed in cui non ha fede anche se giuste e corrette, istiga al conflitto, no n disdegnando la violenza per soddisfazione propria.
Gli esempi che ogni giorno abbiamo sotto gli occhi sono infiniti e vengono individuati in ogni luogo sia virtuale che reale. Sono dappertutto e si fanno belli, stringono le mani, regalano carezze fasulle solo per fare buona impressione e scalare la piramide sociale ed economica, riempiono di complimenti profumati e sguazzano in mezzo al mare delle loro bugie. Ma quali sarebbero i caratteri distintivi che caratterizzano un adulatore? Eccone alcuni tratti: ambiguità, egocentrismo, opportunismo, superficialità, disonestà, dipendenza. L’adulatore può pronunciare idee e pensieri a cui non crede realmente. Lo scopo di questo comportamento sarà finalizzato ad ottenere il favore della persona in questione, che in quel momento esercita un potere e può elargire favori e benefici. Egocentrismo: L’adulatore spesso cerca di accrescere la propria popolarità e la propria reputazione attraverso la lode di altre persone. Opportunismo: L’adulatore può cambiare il suo comportamento a seconda della persona che vuole lodi o che vuole impressionare. Superficialità: L’adulatore di solito non si preoccupa molto delle persone che sta adulando e spesso non si preoccupa nemmeno di conoscere la loro vera personalità o il loro vero carattere. Disonestà: L’adulatore può anche mentire e dire cose esagerate solo per ottenere il favore di qualcuno. Dipendenza: L’adulatore può diventare dipendente dalle lodi e dai complimenti degli altri e potrebbe fare qualsiasi cosa per ottenerli.
In generale, l’adulatore è una persona poco sincere che cerca di ottenere vantaggi attraverso la lode e il favoritismo, piuttosto che attraverso le proprie abilità e il merito personale.
Già eravam là ‘ve lo stretto calle
con l’argine secondo s’incrocchia,
e fa di quello ad un altr’arco spalle.
Quindi sentimmo gente che si nicchia
ne l’altra bolgia e che col muso scuffa
e sé medesima con le palme picchia.
Le ripe eran grommate d’una muffa,
per l’alito di giù che vi s’appasta,
che con li occhi e col naso facea zuffa.
Lo fondo è cupo sì, che non ci basta
loco a veder sanza montare al dosso
de l’arco, ove lo scoglio più sovrasta.
Quivi venimmo; e quindi giù nel fosso
vidi gente attuffata in uno sterco
che da li uman privadi parea mosso.
E mentre ch’io là giù con l’occhio cerco,
vidi un col capo sì di merda lordo,
che non parea s’era laico o cherco.
Quei mi sgridò: «Perché se’ tu sì gordo
di riguardar più me che li altri brutti?».
E io a lui: «Perché, se ben ricordo,
già t’ho veduto coi capelli asciutti,
e se’ Alessio Interminei da Lucca:
però t’adocchio più che li altri tutti».
Ed elli allor, battendosi la zucca:
«Qua giù m’hanno sommerso le lusighe
ond’io non ebbi mai la lingua stucca».
Appreso ciò lo duca «Fa che pinghe»,
mi disse «il viso un poco più avante,
sì che la faccia ben con l’occhio attinghe
di quella sozza e scapigliata frante
che là si graffia con l’unghie merdose,
e or s’accoscia e ora è in piedi stante.
Taide è, la puttana che rispuose
al drudo suo quando disse “Ho io grazie
grandi apo te?”: “Anzi maravigliose!”.
E quinci sien le nostre vite sazie.»