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Venerdì 27 gennaio 2023 “Giornata della memoria”. Per non dimenticare. Perchè alcuni usano il termine Olocausto e altri Shoah?”

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La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.”

   In tutto il Paese saranno moltissime e diverse    le  iniziative ed eventi organizzati  dalle istituzioni, associazioni culturali e da quanti sono animati dalla passione civile e dal desiderio di conservare e promuovere la memoria storica affinchè la pace e i valori legati alla persona siano sempre difesi e rispettati in ogni luogo e in ogni società.

 Gli eventi saranno  tutti importanti   e avranno il compito di ricordare   tutte le vittime della Shoah e il genocidio degli ebrei perpetrato dalla Germania nazista guidata da Hitler e dai suoi alleati durante la Seconda Guerra Mondiale. 

 Oggi  è una ricorrenza internazionale, celebrata in tutto il mondo, istituita nel 2005 dall’Assemblea delle Nazioni Unite con l’intento di non perdere nella memoria collettiva quella che può essere considerata la pagina più nera della storia dell’umanità: la deportazione e lo sterminio degli ebrei (e non solo) perpetrato dal regime nazista tra il 1941 e il 1945.

La data del 27 gennaio come giorno del ricordo della Shoah (parola ebraica che significa “distruzione”, “catastrofe”) non è casuale: si riferisce infatti a un preciso episodio accaduto durante la Seconda Guerra Mondiale, che ha cambiato  la storia.

Il 27 gennaio del 1945 le truppe sovietiche dell’Armata Rossa, nel corso dell’offensiva Vistola-Oder contro la Germania, arrivano nella città della Polonia Oświęcim, meglio nota in lingua tedesca come Auschwitz.

Il  27 gennaio  ricorda, quindi,  il genocidio degli ebrei applicato tramite deportazioni, lavoro forzato, forni crematori, camere a gas. La furia nazista e la deportazione nei lager che ha riguardato uomini, donne, bambini di origine ebraica non ha risparmiato neppure minoranze etniche come rom e sinti, prigionieri di guerra, omosessuali, persone affette da malformazioni e handicap

La data del 27 gennaio 1945, quindi, non è casuale ma  viene scelta dalle Nazioni Unite come il simbolo della vergognosa pratica nazista, radicata nelle torture e nelle uccisioni avvenute dentro i lager e uscite allo scoperto proprio a seguito della liberazione di Auschwitz.

Il 1 novembre 2005 l’Assemblea delle Nazioni Unite si riunisce per la sua 42esima plenaria nel corso della quale viene votata e approvata la risoluzione 60/7, con la quale  viene istituita la data del 27 gennaio come Giornata della Memoria dell’Olocausto a livello internazionale.

Dal 2005  in tutto il pianeta  si ricorda la tragedia dei lager nazisti attraverso innumerevole iniziative  e cerimonie ufficiali. Il fine è quello di  ricordare e sensibilizzare le nuove generazioni, l’intera  opinione pubblica  per non dimenticare  le aberranti crudeltà e violenze  perpetrati  sugli uomini e donne  innocenti ed evitare che il genocidio si ripeta. Nel campo di concentramento di Auschwitz la commemorazione vede la partecipazione di delegazioni internazionali, comprese rappresentanze di scolaresche provenienti anche da città itali

Per commemorare il 27 gennaio come Giorno della Memoria, lo Stato garantisce lo svolgimento di eventi e iniziative sul tema indirizzate soprattutto alle scuole di ogni ordine e grado. Ma perchè alcuni usano il termine Olocausto e altri Shoah? Il termine “Olocausto” è composto da due parole greche e il suo significato suggerisce l’offerta di un sacrificio attraverso il fuoco. Il termine può erroneamente insinuare che le uccisioni di massa degli ebrei fossero una forma di martirio, piuttosto che il risultato di un genocidio. Per questa ragione, molti preferiscono usare la parola ebraica “Shoah” che significa “catastrofe”.