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L’ 11 dicembre si celebra la Giornata internazionale della montagna, anche conosciuta come IMD – International Mountain Day. Il valore della montagna calabrese

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 Far crescere una maggiore consapevolezza sullo sviluppo sostenibile delle regioni montane in particolare sull’importanza delle montagne per la salute ecologica del mondo e il benessere di miliardi di persone. E’ questo l’obiettivo che si prefigge di raggiungere l’odierna ricorrenza la quale mai come quest’anno merita grande riflessione e attenzione.  I diversi disastri che si sono registrati   nel recente passato – ultima tra tutte la tragedia delle Marmolada dello scorso luglio che ha fatto 11 vittime –  sollecitano  le istituzioni in primo luogo e le comunità ad intraprendere nuovi percorsi in grado di assumere provvedimenti idonei atti a tutelare e  salvaguardare il territorio.   Istituita dalle Nazioni Unite nel 2002 l’ evento  sprona ciascun cittadino  a  riflettere sull’importanza di questo ambiente, fondamentale per la salute del pianeta, in quanto custode di biodiversità, paesaggi e risorse.

Il territorio montano- ricordiamo-   occupa il 25% della superficie mondiale e ospita  il 12% della popolazione. Le Montagne sono ritenute  serbatoi idrici,  procurano l’acqua che  abitualmente viene usata in casa per gli usi domestici, procurano  energia e una gamma di prodotti benefici per l’intero ecosistema.  Eppure nonostante siano ritenute di vitale importanza per la vita dello stesso pianeta, esse sono perennemente minacciate da fenomeni che riguardano la deforestazione, l’abbandono, le attività estrattive e turismo  “aggressivo”, non rispettoso dell’ambiente e  spesso mal gestito . Questi sono soltanto alcuni dei maggiori impatti che subisce la montagna a livello  globale.  Gli effetti negativi determinati dai  cambiamenti climatici continuano a peggiorare la situazione: scioglimento dei ghiacciai,  smottamenti,  valanghe e la modifica della composizione vegetale di alcuni habitat.

La montagna calabrese, con la sua aria pulita,  con i suoi affascinanti paesaggi,  con i suoi magici colori, in sintesi con le sue immense bellezze e virtù naturali, rappresenta oggi,  più di ieri,  un’immenso patrimonio su cui investire  risorse e talento, per trarre maggiore benessere economico ma soprattutto fisico e psichico. 

E’ vero che le bellezze della  Montagna calabrese, una volta difese e custodite dalla gente che vi dimorava, sono state anch’esse sottoposte   a  continui attacchi  gestionali.  Lo spopolamento della montagna, accentuato nel XX secolo, ha contribuito a rendere indifese e precarie le   condizione del territorio: la presenza costante  dell’uomo consentiva un’attenta osservazione, conservazione e tutela  dell’ecosistema. Ma come si sa i   fattori  che hanno determinato lo spopolamento della montagna sono  di diversa natura su cui si sono spesi fiumi di parole e di analisi  economiche e sociali.  Oggi allo spopolamento della montagna si affianca anche quello dell’ l’abbandono dei piccoli centri  situati nelle aree interne e montane anche se  in questi luoghi  continua  a vivere una quota non trascurabile della popolazione italiana. La popolazione residente è per lo più anziana e le nascite  non riescono a supplire i decessi in un territorio  di cui il  40%  supera quota 600 m s.l.m., il 21% oltre quota 900, e quasi il 10% oltre 1200. 

La Montagna è senza dubbi  l’elemento dominante della nostra regione. La sua specificità è di essere state sempre  vissuta più o meno densamente a secondo i periodi storici  e a seconda dell’altitudine, ma sempre   sufficiente  per assicurare al resto del territorio le risorse di cui è ricca.  

La montagna calabrese ha una sua peculiarità: si tuffa in mare, accarezza le acque, sprigiona elementi  benefici e allevia in  parte i mali che la società dei consumi riversa nell’ambiente.  Sarà anche – come ben descrive- la penna di Giustino Fortunato , meridionalista convinto,  uno “sfasciume pendulo sul mare.  La Calabria  ha, infatti,  sempre presentato,  problemi di  tipo geologico,  ’instabilità e  precarietà,  che la predispongono   a  frane e smottamenti . Ma questo non ha deturpato o indebolito il suo ammirevole fascino o scalfito  le sue bellezze che continuano a trafiggere lo spirito dell’osservatore.  La  deforestazione, gli  incendi estivi   denudano parte consistente del suo territorio, arrecando purtroppo  danni irreparabili a breve termine.  E’ necessario, quindi, l’assunzione di responsabilità da parte delle  comunità, delle  associazioni e delle istituzioni locali  al fine di  produrre idee,  elaborare strategie, progetti e percorsi  in modo tale che la Montagna si affermi e venga valorizzata  come   habitat  naturale,  produttore di benessere fisico e psichico,  capace di  garantire  ai residenti e ai visitatori  l’accesso ai servizi essenziali (trasporto pubblico locale, istruzione, servizi socio-sanitari, ecc.).

Si tratta di realizzare nuove opportunità  di reddito, reinventando in termini moderni l’economia tradizionale, facendo leva sui prodotti   inimitabili  e densi di contributi benefici . La montagna calabrese potrà  essere motrice dello  sviluppo del  turismo rurale e artistico con i suoi paesaggi-naturali,  visibili   all’interno dei  suoi tre parchi naturali nazionali e alle  otto riserve naturali. I  borghi, immersi nel verde delle montagne calabresi,    ospitano  antiche  chiese e monasteri in cui si racchiudono opere degne di essere ammirate; posseggono  castelli e centri storici,  affascinanti,  musei che  tracciano  percorsi  e memorie  relative alle  antiche produzioni locali, di eno-gastronomia. E’ evidente che la cura  del paesaggio è affidata a tutti e non solo alle  istituzioni. Il senso di appartenenzala consapevolezza delle  bellezze naturali ereditate, i saperi antichi, di modi di vita peculiari da riconoscere come valori, dovranno  comporre la coscienza collettiva  e ciascuno è chiamato a promuovere, sostenere e tutelare il territorio montano come patrimonio culturale globale, specialmente quello calabrese  dove l’osservatore, con lo sguardo attento, riesce a catturare  paesaggi, aria salubre, colori e profumi scaturiti dalla magia della montagna, delle sue vette più alte che innevate  e non  bonificano la mente dalle tossine accumulate dallo stress quotidiano, dalla frenetica vita vissuta giornalmente e dalle angosce causate da questa lunga Pandemia da Covid-19.  Ricordiamoci e ricordiamo a tutti  che  una ricerca finanziata dalla comunità europea,  in un punto preciso della Calabria, nella Sila, a Zagarise (CZ), località Tirivolo, a 1800 metri d’altezza è stata individuata l’aria più pulita d’Europa, forse addirittura del mondo. E in un periodo  difficile come quello che stiamo vivendo rappresenta un  ulteriore antidoto da affiancare alle vaccinazioni, alla scienza  per contrastare insieme  le conseguenze derivante dalle infezioni , dalle malattie  provocate da agenti patogeni. Aiutiamo la Montagna a coltivare il nostro benessere e riflettiamo sul valore che la Giornata odierna offre al pianeta e quindi a  tutti Noi. (FG)