Istituita nel 1992 dall’ONU, la Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità, nasce per sensibilizzare le persone sul tema della diversità e del suo valore, dei diritti inalienabili di ogni essere umano, indipendentemente dalla condizione fisica, psichica, sensoriale, sociale. Nell’ambito dell’odierna ricorrenza molte sono le iniziative promosse dalle associazioni, dalle istituzioni pubbliche volte a sensibilizzare e far incontrare le comunità e attori diversi affinchè discutano delle problematiche sociali, economiche e culturali legate alla disabilità. Lo scopo delle iniziative in programma mirano a individuare campagne informative, metodi nuovi, strumenti e risorse al fine di promuovere e favorire processi di sana inclusione e integrazione ad ogni livello. Lo scopo è realizzare azioni concrete che vedano la piena partecipazione delle persone con disabilità.
Il 15% della popolazione mondiale, oltre un miliardo di persone, deve affrontare e fare i conti ogni giorno con una miriade di ostacoli che ne limitano la piena partecipazione alla vita sociale ed economica dei vari Paesi.Nel 2017, in questo stesso giorno, la Bandiera della disabilità è stata presentata presso la sede europea delle Nazioni Unite. Le principali analisi confermano che a livello mondiale, esiste una correlazione positiva tra longevità e disabilità, soprattutto nei Paesi più poveri in cui gli individui accumulano, nel corso della vita, maggiori rischi sanitari a causa di malattie croniche, incidenti e altre patologie.
Tra i problemi maggiormente rilevati e rivelabili si pongono , al primo posto la discriminazione unitamente alla mancata assistenza sanitaria e di riabilitazione, per passare poi alle barriere architettoniche: trasporti pubblici, edifici e tecnologia informativa inaccessibili.
I paesi a reddito più basso hanno una incidenza maggiore di cittadini disabili rispetto ai paesi con maggiori risorse economiche. La disabilità colpisce maggiormente donne, anziani, bambini e adulti in condizione di povertà . Per quanto concerne d’istruzione si nota come i bambini più svantaggiati abbiano maggiore difficoltà a portare a termine gli studi. La differenza tra la percentuale di bambini disabili e la percentuale di bambini normodotati che frequentano la scuola elementare varia dal 10% in India al 60% in Indonesia. La carenza nel sistema integrativo della scuola si riflette ovviamente anche sulle realtà lavorative. Dati complessivi mostrano che le percentuali di lavoro sono più basse per uomini (53%) e donne disabili (20%), rispetto a uomini (65%) e donne normodotati (30%). Nei Paesi dell’area Ocse, inoltre, la percentuale di lavoro di persone disabili è del 44%, rispetto al 75% dei normodotati. Per quanto riguarda il settore della riabilitazione i dati raccolti dimostrano che in molti paesi i servizi di riabilitazione sono inadeguati. I dati raccolti in quattro paesi dell’Africa Meridionale mostrano che solo il 26-55% dei disabili ha ricevuto la riabilitazione medica della quale avevano bisogno, mentre appena il 17-37% ha ottenuto i presidi sanitari necessari (sedie a rotelle, protesi, apparecchi acustici). Anche in paesi ad alto reddito, tra il 20% e il 40% dei disabili generalmente non trova riscontro alle proprie necessità nelle attività di tutti i giorni.
Nel Rapporto Mondiale sulla Disabilità , messo a punto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e Banca mondiale. si incrociano , quindi, tematiche legate alla salute pubblica, al rispetto dei diritti umani e allo sviluppo. Pertanto questo rapporto si pone come una risorsa indispensabile per I legislatori, coloro che lavorano nelle forniture di servizi, professionisti e professionisti impegnati nel riconoscimento dei diritti dei disabili e delle loro famiglie.
Ciascuna comunità deve farsi carico di garantire a queste persone un accesso di qualità e senza barriere all’istruzione, incentivando politiche sociali adeguate alle esigenze in modo da abolire qualsiasi barriera culturale e fisica, favorendo l’accesso agli edifici e trasporti pubblici e, infine, a migliorare la raccolta di dati statistici relativi alla disabilità, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Specialmente in questo periodo di difficoltà dovute a conflitti in atto, alla Pandemia da Covid 19 e alla maggiore esposizione al virus delle persone con disabilità, è urgente sviluppare a livello locale e nazionale modelli e strategia in grado di promuovere e realizzare la piena integrazione sociale dei soggetti con disabilità.