Sono passati 41 anni dalla scoperta dei primi casi di Aids nel 1981. In questi anni sono stati registrati notevoli progressi scientifici per il trattamento dell’ADS. Nonostante questi risultati ottenuti sul piano della prevenzione e cura, 1,8 milioni di persone hanno contratto l’AIDS nel 2016 e un milione di persone ha perso la vita per cause associate a questa malattia. L’odierna ricorrenza, celebrata in tutto il mondo il 1 dicembre di ogni anno, si vuole l’opinione pubblica sul delicato problema ed esprimere solidarietà alle persone affette da questa sindrome. Con l’odierna ricorrenza si vogliono commemorare coloro che hanno perso la vita, anche a causa di malattie correlate. Ricordiamo che nel mondo sono circa 36,7 milioni le persone che hanno contratto il virus e, nonostante la sindrome sia stata identificata nel 1984, oltre 35 milioni di persone sono morte a causa dell’AIDS, una delle tante pandemie distruttive della storia dell’umanità. Se ancora l’ADS continua a diffondersi, la ragione deve essere individuata proprio nel fatto che vi è ancora scarsa consapevolezza e conoscenza di come prevenirla. I dati confermano questa considerazione. Infatti nel 2000, solo 685 000 persone affette da HIV hanno ottenuto l’ accesso alla terapia antiretrovirale. Mentre a giugno 2017, circa 20,9 milioni di persone hanno avuto accesso alle medicine salvavita. Nel 2000, solo 685 000 persone affette da HIV avevano accesso alla terapia antiretrovirale. Nel giugno 2017, circa 20,9 milioni di persone hanno avuto accesso alle medicine salvavita. L’accesso alle terapie riduce la possibilità di trasmissione di circa il 97%, soprattutto dalle madri ai bambini. L’odierna ricorrenza vuole ancora sottolineare l’importanza fondamentale che assume la prevenzione dell’HIV , una priorità che deve essere inserita ai primi posti proprio nei paesi in cui le infezioni da HIV sono in continuo aumento. I dati relativi al 2020 hanno risentito dell’emergenza Covid-19.
I dati sulle nuove diagnosi di infezione da Hiv e dei casi di Aids in Italia al 31 dicembre 2021 sono pubblicati sul Notiziario Istisan volume 35, n. 11 – novembre 2022, redatto dal Centro Operativo Aids (COA) dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), con il contributo di alcuni componenti del Comitato Tecnico Sanitario del Ministero della Salute e i referenti della Direzione Generale della Prevenzione sanitaria del Ministero della salute. Nel 2020 e nel 2021 la sorveglianza delle nuove diagnosi di infezione da HIV e il Registro Nazionale AIDS hanno risentito dell’epidemia da COVID-19 che potrebbe aver comportato una sottodiagnosi o una sottonotifica dei casi. (I)
- Nel 2021 sono state 1.770 le nuove diagnosi di infezione da HIV pari a un’incidenza di 3 nuove diagnosi ogni 100.000 residenti.
- Dal 2012 si è osservata una diminuzione delle nuove diagnosi HIV, che appare più evidente dal 2018, con un declino ulteriore negli ultimi due anni.
- L’Italia, in termini di incidenza delle nuove diagnosi HIV, nel 2021 si colloca al di sotto della media stimata nei Paesi dell’Unione Europea (4,3 casi per 100.000 residenti). La riduzione del numero di nuove diagnosi HIV interessa tutte le modalità di trasmissione.
- L’incidenza più elevata di nuove diagnosi HIV si riscontra nella fascia di età 30-39 anni (7,3 nuovi casi ogni 100.000 residenti), a seguire nella fascia 25-29 anni (6,6 nuovi casi ogni 100.000 residenti). In queste fasce di età l’incidenza nei maschi è 3-4 volte superiore a quelle nelle femmine. In generale, i maschi rappresentano il 79,5% dei nuovi casi. L’età mediana: 42 anni per gli uomini e 41 per le donne.
- Il numero più elevato di diagnosi è attribuibile alla trasmissione sessuale e nell’ordine a maschi che fanno sesso con maschi (MSM), maschi eterosessuali e femmine eterosessuali.
- Dal 2016 si osserva una diminuzione del numero di nuove diagnosi HIV in stranieri, sia maschi che femmine.
- Più di un terzo delle persone con nuova diagnosi HIV ha scoperto di essere HIV positivo a causa della presenza di sintomi o patologie correlate all’HIV.
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Casi di Aids
- Sono stati 382 i nuovi casi di Aids diagnosticati entro maggio 2022, pari a un’incidenza di 0,6 per 100.000 residenti.
- Dal 1982, anno della prima diagnosi di Aids in Italia, al 31 dicembre 2021 sono stati notificati al CoA 72.034 casi di Aids. Di questi, 55.537 (77,1%) sono maschi, 814 (1,1%) in età pediatrica (<13 anni) o con infezione trasmessa da madre a figlio e 8.229 (11,4%) stranieri o di nazionalità ignota.
- L’età mediana alla diagnosi di Aids, calcolata solo tra gli adulti (≥13 anni), è di 36 anni (min: 13; max: 88 anni) per i maschi e di 33 anni (min: 13; max: 89 anni) per le femmine.
- Il numero di decessi in persone con Aids è rimasta stabile ed è stata pari a poco più di 500 casi per anno.
Per approfondire
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Fonte: https://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=6076