“Stacchiamo la Calabria dall’Italia” . “Indossa le vesti del Re del sud Italia e in modo provocatorio propone lo strappo dal resto del Paese”. E’ il top della comicità , Cetto La Qualunque, e la maschera creata ripropone una stile di “comicità” che per struttura e confezione la rende unica e irripetibile.
Cetto osserva, descrive e costruisce attorno alla rustica e incompetente classe politica calabrese, composta da soggetti improvvisati, la superficialità in essa diffusa, definendola e proponendola in modo esclusiva nel suo genere.
La maschera che si è creata coglie gli aspetti beffardi e grezzi della reality politic, riproponendo fandonie, promesse, fenomeni clientelari e di malaffare, molto apprezzati dal pubblico nazionale e soprattutto dagli stessi calabresi.
Un genere di comicità creativa, elaborata su fatti reali che la gente calabrese vive ogni giorno, osservando e seguendo dichiarazioni rese alla stampa da alcuni personaggi politici calabresi che ricoprono cariche elettive in ogni livello istituzionale.
Fa ridere la comicità del noto attore del “Pilu per tutti”, induce allegrezza e sprona al buonumore e se un giorno volesse trasformare la sua maschera in soggetto politico reale, in movimento, partito politico o altro il trionfo elettorale sarebbe garantito.
Perché oggi il popolo, deluso e amareggiato da questa classe politica che si nutre, si rigenera, si ricicla del malaffare, dedita alla spesa allegra e ad implementare interessi familiari e di “gruppi” a scapito delle competenze, delle professionalità, dell’onestà e della trasparenza ne ha le scatole piene. Ride per non piangere. Meglio seguire “ Cetto La qualunque”, meglio sintonizzarsi con le “vere fandonie” della comicità che seguire le patetiche fandonie della classe politica calabrese che induce alla lacrima e alla disperazione. La calabria da tempo si è staccata dal resto del Paese reale. Manca solo un Re. Le consorteria l’abbiamo, le cricche non mancano. Manca il sorriso della crescita, dello sviluppo e della speranza.