centrale per la risoluzione delle grandi problematiche del pianeta, come la povertà, la mortalità infantile, la diffusione delle malattie sessualmente trasmissibili, la violazione dei diritti umani ed il mancato raggiungimento della parità di genere. Si stima che al mondo il numero di analfabeti ammonti a 781 milioni di adulti, il 64% dei quali sono donne. La stragrande maggioranza della popolazione analfabeta vive in Asia Occidentale e Meridionale, il 24% nell’Africa subsahariana, il 12% in Asia Orientale, il 6,6% negli Stati Arabi e il 4,2% nell’America latina. Ma cosa si intende oggi per analfabetismo? L’analfabetismo è l’incapacità di leggere e scrivere, dovuta per lo più a una mancata istruzione o a una pratica insufficiente. Secondo la programmazione di molti sistemi scolastici, leggere, scrivere e saper contare sono le abilità da acquisire nella scuola di formazione primaria. In senso più lato, l’analfabetismo indica anche l’ignoranza di argomenti considerati di fondamentale importanza, ad esempio l’ analfabetismo informatico o politico.
L’unesco, nel 1958, l’analfabetismo come la condizione di “una persona che non sa né leggere né scrivere, capendolo, un brano semplice in rapporto con la sua vita giornaliera“. Analfabeta è in tale accezione un termine semplice, generico, non concernente il percorso scolare dell’analfabeta. Tuttavia dividere il mondo in letterati e illetterati semplifica eccessivamente la natura dell’alfabetizzazione. Oggi la definizione dell’UNESCO è diventata più complessa e si basa fondamentalmente sulla capacità dell’individuo di decifrare l’ambiente e partecipare alla società in cui vive.