Le lancette dell’orologio indicano le 14, ora stabilita per l’inizio dell’accreditamento dei partecipanti alla ventesima Assemblea Nazionale dell’ANPCI e già all’ingresso della magica sala Giulio Cesare del Campidoglio a Roma si registra la lunga fila, formata da centinaia di Sindaci e amministratori, per ottemperare agli adempimenti richiesti. I primi cittadini che si apprestano a varcare la soglia della sala Giulio Cesare provengono da ogni piccolo borgo del Paese, portandosi dietro le rispettive identità locali e la fascia tricolore che indosseranno all’inizio della cerimonia sulle note dell’inno d’Italia.
I primi a varcare la porta d’ingresso del Campidoglio saranno gli storici fondatori dell’Associazione, che nel 1999 diedero voce originale e autorevole alle istanze e ai bisogni dei piccoli Comuni d’Italia fino ad allora poco ascoltati e privi di una vera efficiente organizzazione associativa.
Su questi aspetti si soffermeranno quasi tutti gli interventi che si succederanno nel pomeriggio, sia da parte dei Sindaci che dai numerosi rappresentanti istituzionali, politici e militari che hanno accolto favorevolmente e “simpatia” l’invito rivolto loro dalla Presidente Franca Biglio e dagli organismi direttivi.
“Di Anpci ci si può innamorare”, esordisce con commozione la stimatissima Presidente Franca Biglio, che sente l’Associazione come una “ vera e propria creatura”, sviluppata lungo l’intero stivale grazie al duro lavoro svolto da miglia di sindaci e amministratori che con grande senso del dovere e spirito di servizio si pongono come sentinelle dei propri territori e delle proprie piccole comunità. Avere un cuore ANPCI- ha proseguito la Presidente Franca Biglio– significa saper nuotare in acque agitate, avere coraggio di dire cose che altri tacciono sapendo di pagare a volte un prezzo alto. La Presidente ringrazia tutti per il sentito contributo offerto alla nascita e all’affermazione dell’associazione, quanti hanno creduto e condividono gli ideali e le fervide battaglie intraprese con un unico e solo obiettivo: raggiungere il bene Comune, difendere la storia, le identità dei nostri borghi con serietà e determinatezza.
L’intervento appassiona e riscalda emotivamente la platea, che interrompe la sua Presidente tributandole calorosi applausi in segno di condivisione e apprezzamento per la linea condotta e per il servizio svolto in questi venti anni a tutela, difesa e valorizzazione dei contesti socio culturali dei piccoli Comuni.
Tra un applauso e l’altro, la Presidente ripercorre le tappe più salienti che hanno caratterizzato la vita dell’associazione, soffermandosi sulle conquiste ottenute come la legge sui piccoli Comuni alla cui stesura l’associazione ha contribuito oppure come le battaglie portate avanti sulla rappresentatività, sulla libertà amministrativa e contabile, sui tagli, sulla libertà organizzativa e sul rispetto delle autonomie locali.
Il resto è storia di oggi, fondata su un grande lavoro di squadra per superare le grane che ogni giorno i Sindaci e gli amministratori locali sono chiamati a far fronte con le poche risorse loro a disposizione.
L’inizio di lavori è stato riservato agli interventi delle numerose rappresentanze istituzionali. Molte le attestazioni di amicizia e di stima pervenute e comunicate all’assemblea.
Tutti gli intervenuti hanno ribadito il ruolo determinante che svolgono i piccoli Comuni per la crescita socio culturale ed economica dell’Italia.
I lavori sono stati coordinati dal sen. Marco Perosino e da Francesco Cerisano, editorialista di Italia Oggi. ( Francesco Garofalo)